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Il 10 aprile 1970 si scioglievano i Beatles

Quarantasei anni fa la band che ha fatto la storia della musica moderna diceva stop 

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Molte sono le cose dette sui Beatles: la più grande rock band della storia, hanno spaziato in diversissimi generi musicali, hanno assunto sostanze stupefacenti, sono stati travolti dal successo all'improvviso, hanno vissuto anni scapestrati e disinibiti, in un eccesso di spavalderia hanno persino affermato di essere più famosi di Gesù, hanno lanciato messaggi misteriosi – a detta di qualcuno, satanici – assecondando voci e leggende metropolitane sulla loro vita e anche sulla presunta morte di uno di loro. Retano le loro canzoni, il loro stile unico ed imitato da moltissimi. Con le loro melodie, tutte le dicerie passano in secondo piano. A quarantasei anni dal loro scioglimento (avvenuto a tutti gli effetti un anno prima, dopo le registrazioni di "Abbey Road"), i Beatles sono ancora ascoltatissimi, stimatissimi e considerati dei pionieri di un certo modo di intendere la musica.

La ferita è tuttora aperta nei cuori dei moltissimi fans che non riescono ad accettare la fine di una band che in sette anni è riuscita a influenzare in maniera tanto forte la musica mondiale. I Fab Four (Paul McCartney, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr) decisero di smettere all’apice del successo e della creatività. Avevano detto tutto quanto c’era da dire in quei sette anni e tredici album che cambiarono la storia della musica. E forse non c’era altro da aggiungere.

È stata la band che per prima ha dato dignità artistica al pop, "esplorando le consuetudini della musica classica". La loro fu un’imprevedibile evoluzione dal ruolo di semplici entertainers a quello più impegnativo di artisti proiettati verso la ricerca di nuovi linguaggi non solo musicali. 

La maturità dei 4 ragazzacci di Liverpool si rese palese con la presa d'atto che la complicità tra loro era al capolinea anche a causa di un’esigenza sempre crescente di una maggiore libertà individuale. Di qui la scelta di dedicarsi a progetti solisti, con risultati molto convincenti (si pensi a "Imagine" di John Lennon o a "Band on the run" di McCartney). D'altro canto è vero che le vette raggiunte con i Beatles non erano alla portata proprio perchè in questo caso più che mai "l'unione faceva la forza".

Il genio dei Beatles ha prodotto una macchina da soldi gigantesca (basti pensare a tutti i dischi venduti, ai concerti soldout e a tutto il merchandising che, a distanza di quasi 50 anni da loro sioglimento, continua ad essere richiestissimo). 

La vera domanda che potremmo analizzare oggi è: chi c'è dopo i Beatles? La risposta potrebbe essere: tutti e nessuno.
"Tutti" perchè se si considera che i Beatles hanno seminato un pò in tutti i "campi musicali", si capisce bene che oggi molto band hanno chiare influenze beatlesiane (dalle melodie, al modo di stare sul palco, al modo di scrittura, al modo di interpretare la vita da artista...). "Nessuno" perchè oggi una band come i Beatles oggi non c'è. Certo, i tempi sono diversi, il mercato musicale di oggi è diverso da quello di cinquantanni fa, ma l'alchimia e la magia che Paul, Ringo, John e George provocarono dai loro inizi non è rintracciabile oggi in nessuna band. Come loro nessuno mai.  

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