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Lorenzo Minoli: "Il Momento Perfetto, il seguito...grazie alla donna!"

Sono impetuoso, determinato, creativo!

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Chi è Lorenzo?

Tiene a precisare che nasce "juventino" a Torino, emigrato a Roma come giovane studente di liceo si forma nell'anima in quella stupenda città senza perdere la "sua" fede calcistica, appunto juventina.

Laureato in giurisprudenza a pieni voti a Modena, diventa giornalista professionista nel 1982, ha lavorato al De Agostini e con Vanni Scheiwiller.

E' stato il primo ad avere la società  di comunicazione riconosciuta in URSS.

Ha organizzato  l'unico giro del mondo in automobile nel 1989.

Trasferito in America, diventa cittadino degli States.

Ha prodotto per network americani e tedeschi in collaborazione con l'Italia l'intera serie della Bibbia per TV.

La più grande coproduzione internazionale mai prodotta.

In tasca Primetime Emmy, nominato per altre tre volte. Ha  vinto il Cristopher's Awards, e qualche Ace Awards.

Ha prodotto oltre 20 films. In Italia ha lanciato il GypsyMovies e iniziato la carriera di scrittore.

E' felicemente sposato e padre di due figli.

L'Intervista.

Quando ti sei accostato per la prima volta al mondo "della Letteratura”?

Da ragazzino a scuola dai gesuiti mi hanno fatto leggere John Steinbek, Primo Levi e altri autori impegnati. Ho scoperto la potenza delle parole leggendo. Da piccolissimo ero affascinato da Tom Sawyer e dalle avventure raccontate da Mark Twain. In poesia mi hanno strappato il cuore e ancora lo fanno Leopardi e specialmente Ungaretti che ancora oggi mi affascina e mi strugge perchè con le parole, poche, riesce a penetrare nel cuore e nel cervello e farli scoppiare di emozioni potentissime

E oggi, cosa ti spinge a continuare questo percorso?

La libertà. Ho fatto il giornalista perchè volevo imparare ad usare le parole per mantenermi ed ho messo insieme parole e fotografie avendo fatto anche il fotoreporter. Poi sono passato al cinema ed ho iniziato a scrivere sceneggiature. Anche qui un percorso bellissimo. Ma sia il giornalista che lo sceneggiatore scrivono all’interno di “paletti” tecnici: il primo deve raccontare in un certo numero di parole, con un linguaggio comprensibile e semplice, il secondo deve rispettare le necessità tecniche della fattibilità di quel che scrive e non deve concentrarsi tanto sulla descrizione dell’azione nella qualità del linguaggio che usa, quanto deve essere perfetto nello strutturare e narrare il dialogo. Scrivere un libro in realtà ti lascia tutta la libertà immaginabile e questa libertà è talmente grande ed infinita che si rischia di perderci dentro.

Chi ringrazieresti per il successo ottenuto?

Il successo è difficilmente misurabile, credo che la storia racconterà di noi se passeremo il grande buco dell’oblio. Posso ringraziare tante persone ma in particolare una mia zia, Laura: grande lettrice, donna coltissima, con una vitalità invidiabile, curiosa, perspicace e tenace. Lei mi ha spinto a scrivere da sempre dalle prime battute della mia vita. La seconda persona è mia moglie che sogna solo che io diventi uno scrittore di fama mondiale e tutti i giorni mi chiede cosa io abbia scritto il giorno precedente.

Un aneddoto che mentalmente non ti lascia…

Ti posso raccontare dellla sera che a Los Angeles seduto nella platea degli ospiti importanti (dei “nominati”) alla serata del Primetime Emmy (l’ Oscar della Televisione) mi accorsi che a dare le statuette era Candice Bergen (uno dei “sogni” della mia gioventù insieme a Jaqueline Bisset) e dissi a mia moglie “Non succederà ma se per caso mi chiamassero per darmi il premio non ti arrabbiare, ma io a Candice Bergen do un bacio di quelli che non si dimenticherà mai” mia moglie mi guardò e sorrise e mi spinse fuori dalla poltrona “Ma non hai capito che hai vinto ti hanno chiamato!”. Arrivato sul palco ho ricevuto da Candice la statuetta e non mi sono neanche accorto di lei. Mi sono sentito volare, non sentivo più nulla e nessuno intorno a me ero quasi in trans. Ho visto tra migliaia di persone un mio fratello che in piedi all’italiana esultava per me. Ho pensato a quanto sarebbe stato felice mio padre e a quanto si sarebbe vantata mia madre. Poi sono ricaduto in terra ed ho dovuto affrontare le invidie e gelosie di familiari, amici e colleghi- Quel momento di indescrivibile gioia che mi ha fatto volare via nell’Olimpo dei famosi per un secondo è una memoria che mi guida alla ricerca di altre vittorie, forse meno appariscenti ma altrettanto importanti come il fatto che tu mi “scopra” e mi scriva per farmi delle domande. -

Parlami del tuo ultimo “progetto”

Come ti dicevo la libertà assoluta della quale gode chi scrive rischia di essere un pantano ed io ci sono stato dentro dopo questo libro. Avevo idee chiarissime su cosa volevo scrivere dopo ma poi mi son chiesto: cosa scriveresti se fosse l’ultimo libro che puoi scrivere... E allora ne ho iniziati tre e non ne scriverò nessuno dei tre, per ora. Sto scrivendo il seguito del primo. Racconta dell’incontro di un giovane uomo con “la donna”… come si diventa uomini grazie alla donna. E’ divertente, scorrevole e come sempre con l’Italia in fermento nel background e come sempre con la Maremma…

Per realizzare il tuo sogno, con quale autore vorresti lavorare?

Con uno solo che rappresenta sin da quando ho cominciato a leggerlo oltre quarant’anni fa e che mi ha insegnato la libertà dello scrivere: Julio Cortazar

Definisciti in tre parole.

Impetuoso- Determinato-Creativo

Se tornassi indietro cosa non rifaresti?

Non litigherei con un po'  di persone con le quali ho litigato e rotto ogni rapporto

Cosa consiglieresti ai giovani che si vogliono accostare al mondo della "Letteratura”?

Come diceva Ungaretti: “ho fatto il poeta perchè ho sempre avuto un lavoro che mi permetteva di mantenermi”

 Il primo pensiero rivolto a……….

All’infinito,  a quel lungo viaggio che ci aspetta a partire dal nostro dies natalis

Ringraziamo il nostro ospite e ci auguriamo possa tornare qui su Stelle di Giorno, per un'altra intervista, un'altra emozione!

Per ricordarvi il libro: “IL MOMENTO PERFETTO”

Trama – Affamato di vita e di amore, uno studente di Giurisprudenza trascorre le sue estati sulle spiagge d’una Maremma ancora selvaggia, alla fine degli anni Sessanta. Alle spalle, i precetti borghesi di una madre lontana e un padre troppo severo; davanti a sé, tutta l’incertezza inebriante di un futuro ancora da definire. La cornice è quella di un’Italia di fine anni Sessanta, che ancora assapora il benessere del boom economico e dei fasti di felliniana memoria, un’Italia che d’estate va in ferie sulle spiagge toscane e si innamora, un’Italia per molti versi ignara di ciò che la attende, con l’avvento degli anni di Piombo.

Per ricordare l'ultima produzione:

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