Da trentanni a Sesto San Giovanni in viale Manin 110 c'è la sede di Croce Rossa Italiana - Comitato di Sesto San Giovanni, una struttura organizzata per offrire servizi rivolti a chi è in difficoltà che opera sul territorio cittadino e non solo...
La sera di giovedi 16 novembre siamo andati a trovarli perchè ci raccontassero la loro storia, le loro emozioni, i loro obiettivi e visitare la loro struttura. Ci hanno accolti con molta gentilezza e disponibilità e ci hanno dedicato il loro tempo: un ringraziamento particolare a Pasquale Crisci (Presidente di Croce Rossa Italiana, Comitato di Sesto San Giovanni) e Giulia Minenna (Staff Comunicazione - Ufficio Stampa Croce Rossa Italiana, Comitato di Sesto San Giovanni) con cui abbiamo fatto una piacevole chiacchierata.
DOMANDA: Croce Rossa Italiana: cos'è e di cosa si occupa? Il Comitato di Sesto come opera?
RISPOSTA (Presidente PASQUALE CRISCI): "Croce Rossa Italiana fa parte della Federazione Internazionale Croce Rossa e Mezzaluna Rossa; da poco più di 150 anni siamo in tutto il mondo. La fase di riforma abbastanza ampia che CRI ha attraversato (e sta attraversando) ha portato ad un passaggio da ente pubblico ad associazione privata. La federazione internazionale ogni dieci anni emette una strategia, attualmente siamo in quella del 2020. In questa strategia, ogni società nazionale (quindi anche noi) deve vedere sul suo territorio quali sono gli obiettivi, le vulnerabilità. Possiamo parlare di sei macro-obiettivi: salute, sociale, emergenza, diritto internazionale umanitario, i giovani e lo sviluppo. All'interno di questi macro-obiettivi (a carattere nazionale), ogni comitato in base al territorio su cui opera deve individuare le sue peculiarità e capire le necessità della popolazione, dell'amministrazione comunale e delle aziende. È un incrocio tra domanda e offerta.
Questo Comitato sta per compiere 30 anni, a febbraio 2018. È costituito esclusivamente da volontari, siamo 165 con età compresa tra i 14 anni e gli 82 anni e ci impegnamo nelle varie attività che nascono dagli obiettivi strategici 2020 basati sull'analisi delle necessità e delle vulnerabilità delle comunità suddivisi in sei aree di attività.
L'obiettivo salute si sviluppa principalmente nella prevenzione. Di solito si accosta l'immaginario di CRI all'ambulanza, in realtà c'è molto di più. Si parte dalla formazione (ad esempio manovre di salvavita pediatriche, diffusione del primo soccorso, diffusione di stili di vita sani, donazione di sangue - che voremmo far partire anche a Sesto nel 2018) passando all'assistenza sanitaria non legata ad un'urgenza/emergenza (come ad esempio l’assistenza ad eventi sportivi, partita di calcio o eventi scolastici). Altra attività importante sono i trasporti sanitari semplici (su prenotazione) ovvero l'accompagnamento presso una struttura ospedaliera di un paziente che non ha la possibilità di andarci autonomamente. Ci sono poi attività che non si vedono ma in realtà sono di supporto alle altre: per esempio ci sono dei volontari che hanno la qualifica di simulatori (simulano le patologie) e truccatori (preparano le ferite).
Il secondo obiettivo, ovvero quello più grosso per il territorio di Sesto riguarda il tema dell'inclusione sociale: la crisi economica ha acuito problematiche già presenti prima dell'apertura del Comitato e mi riferisco ai senza fissa dimora, ad esempio. Attualmente su Sesto ce ne sono 18 che per tre volte a settimana assistiamo con la nostra unità di strada e l'unità di strada infermieristica (che permette di assolvere anche esigenze sanitarie). Altro punto importante è la distribuzione degli aiuti alimentari alla popolazione (in collaborazione con il Comune che segnala dei casi di indigenza): prendiamo le derrate alimentari dalla comunità europea e distribuiamo a domicilio per quelli che non vengono in sede a ritirare. Attualmente sono circa 180 nuclei, quindi un numero consistente di persone se si pensa che ogni nucleo è composto dalle 4 alle 7 persone. C'è poi il "progetto integrazione madre-bambino" (che si dovrebbe svolgere in piazza Oldrini ma che per il momento si svolge presso l'Oratorio San Domenico) che funziona come una sorta di doposcuola: i bambini dalla prima elementare alla terza media vengono seguiti e supportati per superare difficoltà legate alla lingua e all'integrazione con la nostra comunità. Parallelamente ai bambini, offriamo un supporto alle mamme che fanno un corso base di italiano per preparasi per l'esame da sostenere in prefettura per il rilascio del patentino di conoscenza della lingua italiana. Quest'anno abbiamo registrato un forte incremento: da 30 bambini siamo passati a 72. Per quanto rigurda i migranti (dati i grandi flussi migratori che si sono stati), stiamo collaborando con il Polo Logistico CRI di Bresso per fare servizio nel centro di accoglienza. Un altro servizio un po' particolare in collaborazione con Vodafone (ed è su scala nazionale) si chiama Restoring Family Links e consiste in una sorta di ricongiungimento famigliare per far ristabilire i contatti dei migranti con la propria famiglia di origine.
Il terzo obiettivo è legato all'emergenza, non quella sanitaria ma quella legata alla protezione civile. Le attività di emergenza , in realtà, sono per lo più preventive e per questo, durante l’anno, svolgiamo una serie di attività atte a prevenire il rischio e che ci permettono di raggiungere una preparazione a tutto tondo. Su Sesto le necessità sono limitate, il rischio maggiore è quello idrogeologico dovuto all’esondazione del Lambro e su cui siamo pronti e preparati; per il resto, essendo tra autostrade, metropolitane ecc, è un po' difficile prevenire anche se i volontari si preparano a tutto.
Il quarto obiettivo è legato alla diffusione del diritto internazionale umanitario che si svolge nelle scuole, nelle aziende che lo richiedono e in sede.
Il quinto obiettivo è legato ai giovani (ragazzi tra i 14 e i 32 anni), considerati come agenti di cambiamento: si fa attività di prevenzione, ad esempio, sulle malattie sessualmente trasmissibili, educazione alimentare, sicurezza stradale (uso della cintura, del casco, ecc..ecc..) posto utilizzando il linguaggio dei giovani.
Il sesto obiettivo è quello che fa da sostegno a tutti gli altri: lo sviluppo. Se non c'è sviluppo non può esserci legame tra le altre cinque aree. Include la parte di comunicazione (di cui si occupa Giulia Minenna), di gestione dei soci e di pubblicità.
Bisogna sottolineare con forza il punto legato alla formazione su cui puntiamo molto: è da intendersi sia rivolta ai volontari ma anche rivolta alla popolazione. Il volontario che entra in CRI fa il corso base (dura sette lezioni in un mese) in cui si dà un'infarinatura generale della CRI e un assaggio delle manovre di primo soccorso per poter intervenire un minimo nelle operazioni. Segue un tirocinio di due mesi su tutte le attività (ambulanza esclusa) a cui segue la scelta di una specializzazione per poi intraprendere un percorso ad hoc".
DOMANDA: Siete sul territorio di Sesto San Giovanni da 30 anni: come avete visto cambiare questa città? In questi 30 anni di attività, la città vi ha supportato nelle vostre iniziative?
RISPOSTA (Presidente PASQUALE CRISCI): "C'è da dire che questo Comitato è partito 30 anni fa con un'attività di formazione di primo soccorso andando nelle scuole, nelle aziende e nelle strutture comunali perchè questa era la richiesta. Dopo 30 anni la richiesta non è cambiata, nel senso che l'interesse nei confronti della formazione è sempre altissimo, ma si è evoluta nel corso del tempo: agli inizi era primo soccorso ed ora c'è attenzione alle leggi che obbligano a saper intervenire in una determinata casistica (ad esempio l'uso del defibrillatore ci sta impegnando molto a spiegarne l'uso in giro per le diverse realtà cittadine). Stiamo notando che siamo riusciti a far entrare le persone nell'ottica che non bisogna aver paura di quell'attrezzo tanto che stanno iniziando ad arrivare richieste non solo da parte di aziende e società sportive ma anche da parte di persone singole che vogliono essere preparate nel caso in cui fossero chiamate a dover usare questo strumento in situazioni di pericolo. Uno dei sogni che abbiamo è riuscire a mettere un defibrillatore in una delle piazze di Sesto ed istruire le persone.
C'è poi tutta la parte del sociale: la crisi economica si è abbattuta su una città che nasce come centro industriale e che ora ha ben poco di industriale ed ha fatto aumentare ed evolvere le problematiche. Un caso emblematico è il giro della distribuzione delle derrate alimentari: quindici anni fa il giro per questa distribuzione durava mezzora perchè gli utenti erano solo 21, adesso siamo arrivati a 180 nuclei. Questo è un indicatore del tasso di povetà in aumento a Sesto, anche se poi è un dato familiare purtroppo a moltissime città italiane. Devo poi aggiungere che, nonostante la posizione della nostra sede non sia proprio centralissima, la popolazione ci riconosce la nostra identità di CRI e la dimostrazione arriva dalla voglia di frequentare i nostri corsi e di partecipare alle attività che facciamo. È normale che organizzare un evento in una zona più centrale (penso ad uno spettacolo teatrale di un paio di anni fa a SpazioArte) porta una partecipazione molto massiccia".
DOMANDA: Tra le vostre fila ci sono molti ragazzi, molti giovani volontari che hanno deciso di avvicinarsi a questa realtà. Se doveste lanciare un messagio ai giovani, quali parole usereste per raccontare la vostra esperienza in modo da invogliare loro ad aderire a questo bellissimo modo di vivere la vita?
RISPOSTA (Presidente PASQUALE CRISCI): "La domanda che mi è stata posta quando sono arrivato qua è stata: perchè hai scelto CRI? Io all'epoca risposi che Croce Rossa mi ispirava fiducia e sotto questo emblema ci sentiamo protetti noi e proteggiamo un pò tutti. Molte persone si avvicinano a noi convinte di dover fare un'attività legata all'ambulanza; se penso all'ultimo corso di accesso svolto su 32 persone, sono 12 le persone che hanno proseguito seguendo la specializzazione in 118. I restanti hanno scelto gli altri progetti (Restoring Family Links, ad esempio, è molto seguito) perchè li sentono più vicini alle loro attitudini. Un altro bell'esempio è successo non molti giorni fa quando mi è stato inviato un messaggio privato su Facebook di una persona che è stata ripresa da un arresto cardiaco. È riuscito ad arrivare a me e mi ha scritto la sua esperienza molto toccante ("Mi ricordo del tuo viso, la prima persona che ho visto quando mi sono risvegliato..." ) e, oltre a ringraziarmi perchè gli abbiamo salvato la vita, mi ha chiesto di informare i ragazzi che l'hanno soccorso. Ho chiesto di rintracciare chi aveva prestato servizio quel giorno ed i volontari sono stati felicissimi di quelle parole.
Penso che chi vuole avvicinarsi a CRI deve farlo senza crearsi aspettative perchè da fuori non sa quello che succede qui e quello che possiamo fare per la popolazione. Solo dopo un anno si capisce quello che si sta facendo per gli altri. Lo spazio c'è per tutti".
DOMANDA: Siete particolarmente attivi sul piano comunicativo soprattutto sul piano social (a volte basta anche una vostra foto di gruppo per parlare della vostra bellissima esperienza e la gente si incuriosisce e si dimostra molto interessata a quello che fate). Quanto conta oggi la comunicazione web per voi?
RISPOSTA (GIULIA MINENNA - Staff Comunicazione): "Purtroppo o per fortuna adesso sono soprattutto i social che sostengono la comunicazione. Noi abbiamo un sito che viene abbastanza visualizzato ma non tanto quanto Facebook o Instagram e misura minore twitter. Usiamo molto i social perché l'obiettivo è quello di essere vicini al linguaggio di tutti perchè lì troviamo il riscontro, è lì che la gente ci contatta e noi ci teniamo particolarmente ad avere una comunicazione aperta e fare uscire il messaggio reale di quello che noi facciamo. Quello che pubblichiamo sui social è quello che accade nella nostra realtà e noi vogliamo comunicare quello che facciamo. I volontari stessi si sentono coinvolti quando mostriamo quello che accade; si sentono orgogliosi.
Ovviamente la gente percepisce tutto questo e ci chiede informazioni in merito alle nostre attività e ai corsi. E’ un modo per farci conoscere.
Per esempio tempo fa, dopo aver visto delle foto di un evento in cui eravamo presenti, ci scrissero da Firenze per avere informazioni in merito a due attività dedicate ai più piccoli, Ambulanzopoli e Crocerossopoli, per avere informazione e chiedere dei consigli. E’ bello sapere che si può essere d’aiuto e d’esempio.
Attraverso i social vogliamo informare e lanciare messaggi positivi, diffondere l’importanza della prevenzione e della formazione. Capita spesso di scrivere post con brevi nozioni di primo soccorso o corretti stili di vita: molto banalmente, dovunque può succedere qualcosa e molto spesso il discrimine fondamentale è l'approccio. Per esempio quando accade qualcosa in ambiente domestico spesso si commettono errori derivanti da i famosi “consigli della nonna” che a volte non rappresentano il modo più corretto di agire, attraverso questi post vogliamo suggerire un approccio più corretto. I social, il sito sono dunque il nostro modo di essere presente, farci conoscere e avvicinarci alla gente".
DOMANDA: Parlando in prospettiva: come vedete CRI Comitato di Sesto nei prossimi mesi e tra dieci anni?
RISPOSTA (Presidente PASQUALE CRISCI): "Nell'immediato stiamo vivendo una fase di assestamento per vari motivi che dipendono dalla situazione generale di CRI Italia. Siamo cresciuti comunque negli utlimi anni, l'80% dei volontari è arrivati dal 2009 in avanti.
Il Comitato nel 2030 lo vedo senza di me come presidente e spero che possa avere una sede più dignitosa, magari un pò più centrale per poter venire incontro alle esigenze di tutta la popolazione. Nel 2030 sicuramente non sarà l'urgenza emergenza il cardine del Comitato, semplicemente perchè il territorio in questo momento ci sta chiedendo altro. Se nel 2030, per esempio, la popolazione chiederà una struttura di protezione civile, noi ci saremo. Come abbiamo fatto fino ad oggi, saremo pronti a rispondere bisogni della popolazione ".
DOMANDA: Se dovesse definire CRI Comitato di Sesto con tre aggettivi, quali userebbe?
RISPOSTA (Presidente PASQUALE CRISCI - GIULIA MINENNA - Staff Comunicazione): "Dinamica, accogliente e comunicativa".