«Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione» commenta così, la voce fuori campo, ogni volta che l'allegra brigata fiorentina di Amici miei si appresta a mettere in opera uno scherzo o una "zingarata", ossia «una partenza senza meta e senza scopi, un'evasione senza programmi che può durare un giorno, due o una settimana».
Il film capolavoro di Mario Monicelli, sceneggiato dal grande Pietro Germi, debuttò nelle sale italiane il 15 agosto del 1975. Qualcuno storse il naso di fronte alla comicità cinica e sopra le righe dei cinque amici, uniti dalla comune voglia di prendersi poco sul serio. La maggior parte del pubblico, al contrario, rimase immediatamente conquistato dalle battute "nonsense" del conte Mascetti (impersonato dal grande Ugo Tognazzi) e dalle burle, spesso crudeli, ordite a danno dei malcapitati di turno, su tutte quella degli schiaffi ai passeggeri affacciati al finestrino del treno in partenza.
Premiata con due David di Donatello (uno al "miglior regista" e l'altra al "miglior attore protagonista" assegnata a Tognazzi), la pellicola ebbe due sequel nel 1982 e nel 1985, firmate rispettivamente da Monicelli e da Nanni Loy. A completare lo storico cast Philippe Noiret, Gastone Moschin, Adolfo Celi e Duilio Del Prete (sostituito nei due sequel da Renzo Montagnani).