Scritto e diretto da Vincenzo Salemme vede la partecipazione di Vincenzo Borrino, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Fernanda Pinto, le scene e costumi di Francesca Romana Scudiero e le
musiche di Antonio Boccia.
“È una confessione sincera ed esilarante sui cliché della napoletanità. Siamo tutti prigionieri di uno stereotipo. Mi sembra anche il modo migliore per riassaporare l’atmosfera delle sale teatrali e per tornare a ridere ed emozionarsi tutti insieme con lo stesso sentimento di speranza nel futuro”.
Dopo il tutto esaurito delle prime date del tour, lo spettacolo campione d'incassi di Vincenzo Salemme è pronto al debutto della seconda parte della stagione, nel 2022. La prima città sarà appunto Milano.
Vincenzo Salemme porta in scena il suo pamphlet “Napoletano? E famme ‘na pizza!”, tratto dal suo libro più recente (pubblicato a marzo 2020 per Baldini + Castoldi).
Il teatro e il cinema sono la seconda pelle di Salemme. Oltre 28 spettacoli e 45 film (di cui 12 in qualità di regista e sceneggiatore) in quarantacinque anni di carriera. Nell’estate dello scorso anno, l’anteprima del tour di (in formazione ridotta per ovvie ragioni) era stata per l’artista un primo passo per dare una risposta sul palco alla grave crisi determinata dall'emergenza COVID-19. Una testimonianza concreta “a favore” dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo.
Ora il ritorno sul palcoscenico con la produzione al gran completo in una lunga tournée che ha visto il debutto a novembre 2021 a Orvieto e che andrà avanti fino alla primavera 2022.
Una carriera, quella di Vincenzo Salemme, costellata da grandi successi che gli sono valsi l’assegnazione del Premio alla Carriera (al BCT - Festival Nazionale del Cinema e della Televisione di Benevento). L’arte, il garbo e l’ironia sono gli elementi distintivi della sua arte: dagli esordi come attore con un’intensissima vita teatrale partita nel ‘78 con il Maestro Eduardo De Filippo fino ad arrivare ai nostri giorni, campione di incassi a teatro (l’ultima commedia “Con tutto il cuore”, interrotta a causa del Covid 19 è stata vista da 150mila spettatori con un incasso di 5milioni di euro) e al cinema (dal debutto con Nanni Moretti nel 1981 ai suoi film più recenti). In televisione ha portato le sue commedie in diretta tv su Rai2 come fossero uno show televisivo. Oltre a Napoletano? E famme 'na pizza!, dal dono della scrittura, è nato anche il libro dal titolo La bomba di Maradona (Baldini + Castoldi, nel 2018).
LO SPETTACOLO - IL RACCONTO DI VINCENZO SALEMME
Napoletano? E famme ‘na pizza! è uno spettacolo che nasce dal mio libro uscito con lo stesso titolo agli inizi di marzo. Titolo che fa riferimento ad una battuta di una mia commedia teatrale, “e fuori nevica”, nella quale uno dei personaggi chiede al fratello di dimostrare la sua presunta napoletanità facendogli una pizza.
E sì, perché ogni buon napoletano deve saper fare le pizze, deve saper cantare, deve essere sempre allegro, amare il caffè bollente in tazza rovente, ogni napoletano che si rispetti deve essere devoto a San Gennaro, tifare Napoli, amare il ragù di mammà... e via così con gli stereotipi che rischiano di rendergli la vita più simile ad una gabbia che ad un percorso libero e indipendente.
Ma, allora, io che sono nato in provincia, a 30 km da Napoli, posso dichiararmi napoletano doc? Io che da bambino avevo paura di Napoli perché il proverbio recitava: “Vedi Napoli e poi muori!”, io che per recitare il teatro napoletano ho dovuto imparare a nascondere l’accento del mio paese, Bacoli, io che ho una casa a Roma, posso dichiararmi napoletano a tutto tondo? Questa è la domanda che ha ispirato lo spettacolo.
“Napoletano? ‘E famme ‘na pizza!”, oltretutto, mi sembra anche il modo migliore per riassaporare l’atmosfera delle sale teatrali perché all’interno della rappresentazione ci sono alcuni dei pezzi più divertenti delle mie ultime commedie. È un omaggio a tutti quegli spettatori che mi hanno seguito nei decenni e che, spero, vogliano seguitare a farlo. È un modo per tornare a ridere ed emozionarsi tutti insieme con lo stesso sentimento di speranza nel futuro. Un futuro che, nel caso di questo mio spettacolo, non dimentica le belle tradizioni del passato ma, anzi, ne fa un volano per immaginare un viaggio in avanti, un cammino libero e allegro verso il Domani.