Una mostra molto attesa è quella che sarà visitabile fino al 23 aprile 2023 e riguarda il fumettista romano Zerocalcare.
Gli spazi espositivi di Fabbrica del Vapore ospiteranno la grande personale di Zerocalcare, al secolo Michele Rech e grande talento del fumetto italiano che, con oltre 500 tavole originali, video, bozzetti, illustrazioni e un’opera site specific, racconta di noi, della politica e di storie di resistenza collettiva. La mostra “Zerocalcare.Dopo il botto” è promossa dal Comune di Milano-Cultura ed è ideata da Silvia Barbagallo, curata da Giulia Ferracci, prodotta da Arthemisia e organizzata da Minimondi Eventi e Arthemisia in collaborazione con Piuma.
La frammentazione sociale all’indomani della pandemia; l’accrescimento delle paure all'epoca di una crisi globale e di un conflitto nel cuore dell’Europa; il forzato isolamento e la solitudine che hanno inevitabilmente generato disgregazione e causato la perdita di contatto con la realtà; la politica e le resistenze. Questi sono solo alcuni dei temi che Zerocalcare porterà in mostra dopo il grande successo riscosso con l’omonima serie Tv. “Il meteorite non sta cadendo. È caduto – dichiara Zerocalcare –. Il covid ci ha dato la possibilità di ripensare la società, di tirare fuori uno spirito diverso, più attento agli altri e alla collettività, ma non è accaduto. La mostra riflette anche su questo, guardando i lavori che sono stati realizzati a servizio delle lotte e delle vertenze collettive degli ultimi vent’anni fino ad oggi, si può scorgere un pezzo - parziale ma significativo - di quelle tensioni che attraversano le strade di questo paese”.
A dare l'annuncio della mostra era stato lo stesso autore con un singolare post su Facebook (indirizzato solo alle persone che in passato gli hanno commissionato un qualche lavoro). "Ciao, dal 17 dicembre a Milano ci sta una mostra mia super grossa, con centinaia di robe originali, fumetti poster locandine e quant’altro. Si terrà alla Fabbrica del Vapore, quindi uno spazio grosso, museale, come fu per il Maxxi alcuni anni fa", scrive. "Esattamente come il Maxxi - continua il post - anche oggi vale la stessa avvertenza: posso capire che se 15 anni fa qualcuno mi ha chiesto di disegnare per esempio la copertina di un disco punk o la locandina di un corteo, non avrebbe immaginato di trovarla 15 anni dopo in mostra ad un museo, e non è affatto scontato che gli faccia piacere. Diversamente da quando faccio le robe per i cazzi miei (l’armadillo, il blog ecc), mi rendo conto che quelle altre opere sono un prodotto collettivo, di chi ha contribuito ad avere l’idea, di chi magari l’ha impaginata, o di chi ha animato e fatto vivere quell’iniziativa o quel concerto".
"Non riesco a ricontattare ogni singola persona che con cui abbiamo fatto cose insieme negli ultimi 25 anni, ma se qualcuno non vuole che la roba sua sia esposta in un museo mi può battere un colpo e la lascio fuori (vale anche il contrario, se avete roba fatta in passato che invece vorreste e che magari io mi so perso potete contattarmi uguale). Non c’è bisogna di alcuna spiegazione né di alcun imbarazzo, io mi gestisco le contraddizioni del mio percorso barcamenandomi come posso in quest’equilibrio precario, trovo normale che qualcuno non se lo accolli, non gli vada, gli sia andato sul cazzo, insomma è tutto legittimo e sta nelle cose".
"Da parte mia posso garantire la stessa cosa del Maxxi: il rispetto per tutti i percorsi che abbiamo fatto insieme; il fatto che nessun materiale sarà usato per spettacolarizzare situazioni da mitomani, ma nemmeno sarà edulcorato. Quello che ai tempi abbiamo deciso dovesse essere radicale o efferato, rimane radicale o efferato, con buona pace di chi dovesse rosicare e senza chiede scusa a nessuno. So che quella parte della mostra sarebbe stata impossibile senza una comunità, so che quella roba non “appartiene” a me anche se l’ho disegnata materialmente io, quindi come fu per il Maxxi anche qui ci staranno delle forme di “restituzione alla collettività” di cui chi vuole può discutere in privato senza sbandierarle".
La mostra di Zerocalcare
A partire da questo scenario, dove sono esposte anche tavole realizzate dall’autore durante i mesi del lockdown, si snodano le sezioni di mostra che seguono i temi più cari a Zerocalcare: dalle forme di resistenza incarnate dal popolo curdo ai lavoratori che protestano per condizioni di vita più dignitose; dal ruolo delle donne alle molte altre battaglie condotte da gente comune come espressione di quotidiana resistenza. Questi uomini e gli storici protagonisti “zerocalcareschi” - dal Cinghiale, al Secco, a Lady Cocca – sono gli abitanti di questa città apparentemente disastrata ma che, invece, mantiene fuochi di vitale resistenza, emblematicamente rappresentata da una fiammella sorretta da alcuni di loro che, come un’apparizione, si stagliano lungo il percorso.
L'esposizione si sviluppa poi nelle due aree retrostanti gli edifici, pensate come due differenti ‘mondi’, quello interno e quello esterno all’autore. Se, infatti, da una parte trovano spazio i contenuti riferiti alle relazioni e alle ingiustizie sociali - “Strati” (“L’Essenziale” n. 15, 2022), “La memoria è un ingranaggio collettivo” (“La nostra storia alla sbarra”, 2004) e tavole come “La Rabbia” (2016) tratte dal mondo punk da cui proviene l’autore e che corrisponde alla sua tribù d’appartenenza -, dall’altra si accede al mondo biografico, alla vita interiore di Zerocalcare, a quella di tutti i giorni dove le angosce e le paure dell’artista raccontano in realtà la vita di tanti di noi, con il filo dell'ironia a legare tutta la sua produzione.
Chiudono il percorso i “Santi protettori”, ritratti su tela e foglie d’oro provenienti dall’immaginario mitico dell’autore, che rappresentano i tipici personaggi del suo repertorio, alcuni famosi, altri meno noti: dal T-rex a Lady Cocca del Robin Hood, dal mitico cantante dei Nirvana, Kurt Cobain, all’anarchico italiano, Gaetano Bresci, fino alla coraggiosa difensora dei diritti umani Nasrin e al ‘Secco’, storico amico di Rech. Icone della nostra contemporaneità, i ‘santi’ ci raccontano, in maniera scanzonata, che gli eroi di oggi non sono solo quelli che sacrificano la propria vita con gesta memorabili ma - anche e soprattutto - quelli che combattono quotidianamente per avere un posto nel mondo. Il catalogo della mostra è edito da Bao Publishing, in continuità con la pubblicazione di tutti i libri Zerocalcare in Italia.