Nel pieno della Rivoluzione Francese una duchessa e le sue due figlie, condannate alla ghigliottina, attendono la grazia nella loro sontuosa cella.
Chi, leggendo questa sintesi, si aspetta di assistere a un intenso dramma storico, non sa ancora di cosa è capace il suo autore e protagonista: Alessandro Fullin.
Con Le Sorelle Robespierre l’amatissimo comico triestino aggiunge una tappa al suo esilarante viaggio nel tempo insieme alla Compagnia Nuove Forme.
Come nello psichedelico Ottocento di Piccole Gonne o nell’irresistibile Medioevo in salsa camp di La Divina, come nella Roma antica di Lettere romane o tra le bombe della Seconda Guerra Mondiale in Suore nella tempesta, anche nel cosiddetto “periodo del Terrore” la Storia, riveduta e corretta, fa da scintilla per il divertimento più spensierato.
I puristi dell’attendibilità storica sono avvisati: qui si balla sulle musiche di Vivaldi e dei Pet Shop Boys, e le richieste di grazia delle nobildonne sono indirizzate al presidente Emmanuel Macron.
Gli ingredienti per un’ora e un quarto di risate ci sono tutti: l’interpretazione en travesti di Fullin, nei panni della duchessa Adalgisa De Parure, e quella della figlia maggiore Iole, affidata a un manichino “per questioni di budget”. E poi c’è Simone Faraon, negli sfarzosi abiti piumati della duchessina in età da matrimonio, frenata nella sua ricerca di un buon partito da un evidente deficit di femminilità.
Fullin e Faraon danno vita a un vertiginoso dialogo tra madre e figlia, ricco di battute al vetriolo, saporite allusioni, rivelazioni sconvolgenti, aforismi fulminanti e una spiazzante, intelligente satira della contemporaneità.
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