Uno spettacolo di Gisella Zilembo per Associazione MAB Maria Antonietta Berlusconi
(creazione resa possibile col patrocinio ed il contributo di Regione Lombardia Il Consiglio)
Installazione artistica a cura di Ivan Nadin
con
Andrea Cheldi, Beatrice Risiglione, Ester Papini, Luca Guastadini
Mike All, Roberto Masiero, Sebastiano Leni
Maitre du Ballet Tiziana Fiandra
Cosa accadrebbe se I promessi Sposi fossero catapultati
nella Milano della moda e del design?
Stralusc è uno spettacolo di Gisella Zilembo, realizzato per Associazione MAB, Maria Antonietta Berlusconi, col patrocinio ed il supporto di Regione Lombardia Il Consiglio, nato per celebrare Alessandro Manzoni, a 240 anni dalla nascita, e proporre una versione contemporanea e danzata de "I Promessi sposi".
Stralusc, in dialetto meneghino, significa "lampo" e, nello spettacolo, è il lampo che riporta, nella Milano del 2025 Manzoni (multietnico e super tecnologico); Monaca di Monza (inarrestabile paladina della vita laica e star della "Fashion week"); Bravi e Don Rodrigo, (fuoriusciti da Tik Tok, per esercitare la violenza contemporanea della sovraesposizione mediatica e del divertimento a tutti i costi); Renzo e Lucia (ragazzi di oggi, che si amano sulle musiche dei più iconici musicisti lombardi di tutti i tempi: da Nanni Svampa a Vanoni, da Cochi e Renato a Mina, da Manuel Agnelli a Gaber...).
La performance è un omaggio alle radici di una cultura che vive e spazia nel mondo, raccontando una terra fatta di impegno, dedizione, personaggi illustri, obiettivi ambiziosi e solido, quanto poetico senso di realtà, nel leggere con concretezza e coraggio gli scenari a volte inspiegabili delle relazioni umane e dell'umano esistere, fra reminiscenze rurali, evoluzioni industriali, incursioni nel metaverso, dialoghi intergenerazionali con i social e un’imprescindibile bisogno di “provvidenziale” e libertà, oltre ogni condizionamento socio-culturale.
Stralusc, è basato su un tessuto narrativo coinvolgente, appassionante e irriverente, come la leggerezza dell’esistenza sa essere, quando si interroga su sé stessa, in un dialogo vivo con i Classici.
I ballerini danno corpo a personaggi di ispirazione letteraria e caratteri iconici, restituiti alla contemporaneità e fruibili in modo trasversale, lontano da un’erudizione fine a sé stessa.
Così, il pubblico assume un ruolo da protagonista: quello di un Don Abbondio, che incontra i bravi e Don Rodrigo, completamente assorbiti da un ossessivo e febbrile fanatismo del sabato sera, sulle note della più esaltante disco dance ‘70/’90. La prevaricazione contemporanea si gioca sul vuoto di un divertimento obbligato e ostentato. Alessandro Manzoni osserva, curioso, i promessi sposi muoversi in un'installazione artistica a cura dello scultore Ivan Nadin. L'azione si svolge con un ritmo serrato, fatto di laica raffinatezza, sofisticata originalità, seducente affermazione di sé, oltre le convenzioni sociali.
Le opere di Nadin raccontano un paesaggio post moderno, che mescola naturale e artificiale; si integrano con manichini dagli abiti importanti; diventano ornamento e paesaggio per l'esistenza dei protagonisti, suggerendo la domanda che dà il via all'azione:
Cosa accadrebbe se i Promessi Sposi fossero improvvisamente trasportati nella Milano del Design e della Moda?