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"NO BANCA NO CRY" SENZA BANCA NON SI PIANGE

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - Associazione UN PONTE PER SESTO ONLUS

Redazione
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 “NO BANCA NO CRY”

Senza banca non si piange

Lettera di Giorgio Floridi - Associazione "Un ponte per Sesto Onlus"


                                                                                                                                                                  Sesto San Giovanni 29 giugno 2016

Le banche non si smentiscono mai e purtroppo neanche i loro complici politici ed economici. Continuano imperterrite nella loro presunzione di poter decidere della vite e della morte di chi per ovvi motivi di lavoro non può fare a meno delle loro ruberie. Questa è la situazione, altro che le confederazioni e gli accorpamenti, devono rispondere dell’incapacità, ampiamente dimostrata, nel gestire un bene essenziale che può veramente determinare la vita o la morte di decine e centinaia di persone e imprese: il denaro.

Non serve fare distinzione tra gruppi, popolari o cooperative. L’unica distinzione che dobbiamo fare è la centralità della persona e non accetto che mi si dica che proprio per salvaguardare la persona si effettuano tecniche di controllo ad esclusione che altro non fanno se non aumentare la condizione di crisi e inaffidabilità del sistema. In questa situazione la responsabilità politica non solo è lampante, ma addirittura determinante nel significare il clima di dittatura economica cui siamo sottoposti, a partire dal singolo correntista e arrivare al piccolo e medio imprenditore.

Situazioni e condizioni ancora più gravi se al furto legalizzato delle banche aggiungiamo la criminale politica fiscale attuata dal governo e applicata da Equitalia. Niente di strano quindi se personalmente, ma credo di non essere il solo, ritengo il sistema bancario nel suo insieme una chiara espressione mafiosa dove per mafia si intende proprio quel fenomeno che tanto si dichiara di voler combattere ma che in effetti continua a dominare.

Ci sarebbe abbastanza materiale per chiedere l’applicazione della legge n. 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, che prevede l'assegnazione dei patrimoni e delle ricchezze di provenienza illecita a quei soggetti - Associazioni, Cooperative, Comuni, Province e Regioni - in grado di restituirli alla cittadinanza, tramite servizi, attività di promozione sociale e lavoro. Forse così si potrebbe sperare di veder ripartire il treno del lavoro e dell’economia.

Per questo abbiamo deciso di raccogliere adesioni per la costituzione di una CENTRALE RISCHI CONSUMATORI che abbia come oggetto la valutazione delle banche che, dopo aver provocato la crisi che tutti stiamo soffrendo, proseguono nel loro agire discriminatorio impedendo alle persone e alle imprese di accedere al credito in virtù del bisogno e non della pseudo affidabilità determinata dalla loro centrale rischi (CRIF).

I loro debiti vengono continuamente ripianati dalle banche centrali senza che nessuna “centrale rischi” particolare ne valuti l’opportunità. Vengono sempre e comunque rifinanziate e ricapitalizzate con i nostri soldi, soldi che poi non ci vengono rimessi a disposizione per i nostri investimenti, per la nostra sopravvivenza.

È ora di dare mandato ai consumatori di poter determinare e decidere quali siano le banche che meritano la fiducia per poter gestire i soldi che derivano dal lavoro delle persone e delle imprese. I risanamenti bancari sono solo ulteriori furti commessi nei confronti dei consumatori che mai vengono restituiti. Per questo si rende necessaria un’azione di grande solidarietà popolare che vada a sovvertire la logica del credito così come ci viene indebitamente imposto dalle banche.

ADERISCI ALLA “CENTRALE RISCHI CONSUMATORI” per dare una risposta forte e determinata allo strapotere del sistema bancario fraudolento e scippatore.

Denuncia e soprusi che ti impone la banca, la finanziaria, Equitalia, e quanti altri si arrogano il diritto di sfruttare la crisi per il loro tornaconto personale e mafioso.

Giorgio Floridi


Un Ponte per Sesto: campagna a favore del credito senza discredito.


Riceviamo e Pubblichiamo

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