Gli italiani che hanno deciso di utilizzare il testamento solidale sono circa 800mila. Una scelta di questo tipo, che prevede che una parte del patrimonio personale venga lasciata a un ente benefico, è importante per chiunque desideri garantire continuità ai propri valori e ai propri ideali, e al tempo stesso non va a ledere in alcun modo i diritti degli eredi. I vantaggi che derivano da questa soluzione sono molteplici, non solo dal punto di vista pratico ed economico, ma anche a livello di benessere personale: chi non ha mai sentito parlare della cosiddetta felicità del donatore?
Donare fa bene: ecco perché
Il dono, insomma, non fa bene unicamente a chi lo riceve, ma anche a chi lo fa. Chiunque abbia uno spirito altruista e un approccio alla vita improntato alla generosità è ben consapevole di tutto ciò. Infatti, quando si dona si sperimenta una piacevole sensazione di soddisfazione e di benessere che è fonte di assoluta gioia. Ma esistono anche delle ricerche scientifiche che forniscono conferme in tal senso. Le risonanze magnetiche, in particolare, dimostrano che quando si dona si attivano le stesse aree cerebrali che entrano in funzione quando si riceve un dono. Sono, per la precisione, le aree che hanno a che fare con la sfera della gratificazione. Le persone abituate a fare volontariato e a donare, poi, spesso prendono in considerazione la possibilità di aiutare gli altri anche dopo la loro scomparsa: è ciò che succede con un testamento solidale.
La pratica del testamento
Circa 800mila nostri connazionali della fascia di età over 50 hanno già redatto un testamento solidale. Va detto, però, che la platea dei filantropi potenziali potrebbe essere molto più ampia. Parliamo di circa 6 milioni di persone che prendono in esame il lascito testamentario come una eventualità concreta. A svelarlo è uno studio che è stato effettuato per conto del Comitato Testamento Solidale, rete creata per favorire anche nel nostro Paese la diffusione della cultura della solidarietà testamentaria. Il concetto è che i numeri che si registrano in Italia non sono ancora alti come potrebbero, specialmente se si effettua un confronto con i lasciti testamentari dei Paesi del Nord Europa, come per esempio la Germania, i Paesi Bassi e la Gran Bretagna.
Lo strumento del testamento solidale
Fino a questo momento, il testamento solidale può essere ritenuto uno strumento che non ha ancora convinto i nostri connazionali. Non è, però, una questione di poca solidarietà da parte degli italiani o di scarsa generosità . Il problema, se così lo si può definire, va individuato prima di tutto nell’istituto stesso del testamento: è probabile che per molte persone sia difficile trascrivere le proprie ultime volontà mettendole nero su bianco, poiché ciò vuol dire pensare alla morte. Ecco, quindi, che in Italia la pratica del testamento è meno diffusa di quel che potrebbe, per ragioni culturali o anche solo per scaramanzia. L’ordinamento giuridico del nostro Paese, in tema di successione, punta alla massima salvaguardia degli eredi legittimari, che corrispondono ai parenti più stretti del defunto. Ecco, quindi, che se si fa testamento è necessario rispettare sempre le quote di legittima, così da non correre il rischio che il testamento stesso venga impugnato.
Un atto di generositÃ
È vero che il sistema appare piuttosto rigido, ma è altrettanto vero che non mancano di certo i margini per poter rendersi protagonisti di un atto di generosità nei confronti delle persone che hanno più bisogno. Sarebbe auspicabile riuscire a supportare le organizzazioni del terzo settore, che oggi come non mai sono preziose per intercettare i problemi che le istituzioni sottovalutano e assecondare le necessità che ne scaturiscono. Senza dimenticare che l’ordinamento giuridico italiano prevede una quota di patrimonio che può essere destinata dal testatore a chiunque: è la cosiddetta quota disponibile.
Un testamento solidale per Medici Senza Frontiere
Fra le organizzazioni che possono essere supportate, a livello economico, con un testamento solidale c’è Medici Senza Frontiere, una realtà neutrale, indipendente e imparziale il cui obiettivo è prestare assistenza sanitaria a persone che vivono situazioni di forte crisi in aree del mondo colpite dalla guerra, da disastri naturali o da epidemie che alle nostre latitudini non rappresentano più un pericolo.