Crollo di Wall Street: In un tranquillo giovedì di ottobre, nel pieno di un periodo di grande prosperità economica per il paese, l’America si risvegliò bruscamente dal sogno di ricchezza per ritrovarsi a vivere uno dei peggiori incubi della sua storia. Per questo fu battezzato il giovedì nero della borsa.
In questa data si materializzò l’inizio della crisi di Wall Street, culminato nel definitivo crollo del 29 ottobre (“martedì nero”). A determinarlo fu la corsa sfrenata alla vendita di azioni che bruciò il valore dei titoli, portando al collasso il mercato.
In pochi giorni andarono in fumo gli investimenti di un milione di americani, per molti di essi i risparmi di una vita. Molti non ressero allo shock e si tolsero la vita gettandosi dai balconi del palazzo della borsa.
Furono i primi tragici effetti della grande bolla speculativa che si era materializzata negli anni precedenti, in cui banchieri e speculatori senza scrupoli avevano falsato il mercato gonfiando il valore dei titoli e promettendo, con la complicità di consulenti disonesti, enormi guadagni ai piccoli investitori. Quelle poche sirene contrarie erano state messe alla gogna con l’accusa di antipatriottismo.
Per gli Usa e l’Occidente ebbe inizio una drammatica stagione di disoccupazione e impoverimento che passerà alla storia con il nome di Grande Depressione. Al di qua e al di là dell’oceano si vedevano le stesse immagini: negli Usa, in Germania, in Gran Bretagna e in Italia milioni di disoccupati a marciare per protesta (le cosiddette “marce contro la fame”) e altrettanti disperati in fila per un tozzo di pane.
Uno scenario che contribuì ad aumentare il consenso dei movimenti nazionalistici, portando al potere governi dittatoriali, in particolare in Germania. Negli Usa invece sul piano politico le elezioni portarono alla sconfitta dei repubblicani e all'elezione come presidente del democratico Franklyn Delano Roosvelt.
Il suo vasto piano di riforme noto come New Deal risanò l’economia e, da convinto sostenitore del “welfare state”, garantì ai cittadini diritti indispensabili (casa, istruzione, salute, reddito minimo).
In quegli anni di crisi molti emigranti europei preferirono lasciare l’America e ritornare nel vecchio continente, tra questi la famiglia del noto presentatore televisivo Mike Buongiorno (episodio raccontato dallo stesso nella sua autobiografia “La versione di Mike”).