Lettera del Sindaco Monica Chittò sull'assegnazione alla Colce del ex palazzo CGIL-CISL-UIL :
Care amiche, cari amici,
la Sesto che noi conosciamo, e che amiamo, è la città che, negli anni in cui da tutta Italia migliaia di persone arrivavano per trovare lavoro, ha saputo essere accogliente e solidale.
Tante storie, tanti dialetti, tante comunità: questa è la nostra storia, è da qui che noi veniamo.
Sempre attenti quindi alla dignità delle persone.
Perché questo inizio di diario, con il rischio di risultare scontata?
Perchè scontato questo ricordo non lo è affatto, ed è partendo da qui che voglio condividere con voi una nuova storia.
A tutti noi è ben presente come nel nostro Paese stiano arrivando molti profughi da zone del mondo in stato di guerra.
L'accoglienza e la collocazione di queste persone sono gestite dal Ministero dell'Interno tramite le Prefetture: i costi sono a carico del Ministero stesso, che può decidere come e dove collocare i profughi, data la situazione di emergenza.
Ricorderete che in autunno vennero inviati una trentina di profughi al Residence Fiorani, affidati a una cooperativa romana recentemente balzata alla cronaca perchè, dopo un controllo effettuato dalla Prefettura, gli è stata chiusa la struttura milanese che avevano in gestione.
È arrivata a Sesto in modo "clandestino", senza preoccuparsi di stabilire una relazione con il Comune.
Ho trovato questa situazione fin da subito molto strana.
Sono andata a vedere le condizioni di quei profughi, certo non ottimali, e mi sono attivata perchè la cooperativa, a mio parere del tutto inadeguata, si confrontasse con noi per gestire meglio la situazione.
Ho esercitato semplicemente un'azione di controllo, ma tanto è bastato perchè decidessero di andare via da Sesto.
Il mio obiettivo non era certo quello di negare solidarietà, bensì di garantire percorsi di accoglienza reale, senza gravare sul tessuto urbano della nostra comunità cittadina: ed è per questo che allora abbiamo avanzato noi una proposta alla Prefettura, proposta che è stata accolta e che presto verrà attuata.
Venticinque profughi verranno ospitati per un anno nei locali, previamente ristrutturati per renderli abitabili, di quella che era la sede di CGIL-CISL-UIL Lombardia e che oggi è di proprietà della cooperativa Uniabita: un luogo storico del lavoro sestese, prima come mensa dell'Ansaldo, poi come sede sindacale per un trentennio.
Uniabita, con grande generosità, concederà lo spazio in comodato d'uso gratuito per un anno alla Cooperativa Lotta contro l'Emarginazione (COLCE) storica istituzione del volontariato e del privato sociale sestese, che si fa carico della ristrutturazione dei locali, della gestione dell'accoglienza, della concreta attuazione di quel “Patto” che Sesto San Giovanni, come molti altri comuni, ha sottoscritto con la Prefettura.
Questo Patto prevede che i profughi frequentino corsi d'italiano, che possano svolgere forme di lavoro volontario a beneficio della comunità, che debbano rispettare precise regole di convivenza, che siano assistiti nella domanda per il riconoscimento dello status di rifugiati politici.
Fin qui la notizia, una buona notizia.
Buona perchè dimostra come l'Amministrazione Comunale sia stata capace di gestire questo tema difficile, evitando di subire assegnazioni d'autorità.
Buona perchè l'accoglienza si svolge in un percorso di accompagnamento, che valorizza anche ciò che i profughi possono “dare” e quindi la loro dignità, favorendo la convivenza con la città.
Buona perchè ciò avviene valorizzando, in una logica sussidiaria, ma con la regia del Comune, due grandi cooperative sestesi, che desidero ringraziare.
Buona perchè i profughi saranno ospitati in un luogo storico del lavoro, al momento vuoto: gli spazi costruiti non devono rimanere vuoti, se non si vuole creare disordine ed emarginazione.
Aspettiamo dunque che l'esperienza si avvii concretamente: vi terrò informati puntualmente e, comunque, la renderemo pienamente visibile e partecipata.
A presto,
Monica Chittò