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LA SESTO METICCIA CHE VORREI DAVVERO

Comunicato stampa

Redazione
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Da Sinistra Italiana riceviamo e pubblichiamo:


Deve essere difficile portare avanti una campagna elettorale senza avere argomenti, quasi mi dispiace per i nostri contendenti. Ogni giorno dovere appigliarsi al nulla per provare a mantenere il proprio posto al sole, ogni giorno dovere insinuare divisioni interne alla nostra coalizione quando di là stanno volando gli stracci (candidate di punta di un partito che vengono scandidate all'ultimo, partiti che si contendono lo stesso elettorato e che si fanno la guerra, presidenti che gridano "avanti insieme" ed insieme non andrebbero neppure a prendere una birra), insomma, ogni giorno una salamella da regalare.

Detto questo sono molto stanco delle falsità che girano sul mio conto tra chi dice che io sia fondamentalista e chi mi vuole (di nuovo) amico dei terroristi. Io ho parlato più volte di chi sono e delle mie origini: Figlio di famiglia pugliese arrivata a Sesto negli anni delle migrazioni verso il Nord.

Ecco, io non voglio trasformare Sesto nella Mecca di Italia, io voglio trasformare Sesto nella vera città del culto mondiale, San Giovanni Rotondo. Voglio trasformare Piazza Petazzi in Piazza Claudio Villa, voglio eliminare i Kebabbari e sostituirli con i fornai che fanno "a fcazz". Voglio togliere dalle aiuole i cavolfiori che piacciono tanto a Di Stefano e piantare le cime di rapa che piacciono tanto a me meglio se con le orecchiette. E infine voglio ricoprire la Bergamella con la sabbia della spiaggia così guardando il laghetto sembrerà di essere a Margherita di Savoia.
Questa è la Sesto del futuro, questa è la Sesto che voglio. Sesto San Giovanni Rotondo.

 

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