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MICHELE FOGGETTA: "Questa non è Sesto, noi vogliamo un'altra cosa!"

Comunicato stampa

Redazione
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Da Sinistra Italiana Milano riceviamo e pubblichiamo:

 

Grande successo di pubblico in Largo Lamarmora a Sesto San Giovanni per l'incontro di Michele Foggetta, candidato sindaco di Sesto San Giovanni per la coalizione #ReinventiamoSesto, con Enrico Letta, segretario nazionale del Partito Democratico, e Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana.

 

Il candidato sindaco Michele Foggetta ha parlato ai cittadini e ha ribadito gli obiettivi della sua coalizione: «Questa non è Sesto, noi vogliamo un'altra cosa. Perché noi siamo cresciuti, abbiamo vissuto e ci siamo innamorati di quella città che era simbolo del lavoro, solidarietà e emancipazione. Noi da questa storia e per quei valori vogliamo guardare al futuro e reinventare la città. Perché al centro di tutto ci devono essere i cittadini e, con imposte tanto alte, sentire che il 31 dicembre 2021 la giunta si è alzata lo stipendio è una atrocità. Per alimentare il commercio di vicinato, che per noi è a fulcro della sicurezza insieme a cultura e partecipazione rendendo viva la città, non si possono disegnare strisce blu per terra senza prendere in considerazione che andranno a metterlo ancora più in ginocchio. Così si soffoca la città. Dobbiamo reinventare una Sesto che torni ad essere a misura dei cittadini. Che torni ad essere per i cittadini. Una città più verde, più ambientalista, più femminista, che torni ad essere rivolta verso il bene comune. Da qui parte #ReinventiamoSesto.»

 

I due leader nazionali hanno scelto l'ex Stalingrado d'Italia per esprimere le loro opinioni riguardo all'attuale dibattito: «Crediamo nella nostra coalizione larga di centrosinistra e crediamo in una coalizione in cui si fanno le primarie – ha affermato Enrico Letta – e se il nostro candidato perde, il minuto dopo il candidato che ha vinto diventa il nostro candidato come nel caso di Michele»

 

«La sfida che abbiamo di fondo – ha proseguito – è un centrosinistra allargato e vincente. Sappiamo che l'alternativa a questo, a una nostra sconfitta, sarebbe il primo governo delle destre in Italia, guidato da Salvini e Meloni. Sarebbe – ha aggiunto – una sfida profonda sui grandi temi che abbiamo di fronte, di trasformazione del nostro paese, di modernizzazione, democrazia aperta e inclusiva»

 

Gli ha fatto eco Nicola Fratoianni: «Le primarie del centrosinistra anche in Lombardia? Non c'è nessuna rigidità. Dentro una coalizione si discute per valorizzare gli elementi di unità e poi trovare gli strumenti, le forme e le idee migliori per vincere.»

 

Nei giorni scorsi, il segretario di Sinistra Italiana aveva affermato sul suo profilo Facebook: «L'attuale assessore leghista Claudio D'Amico, della giunta di destra a Sesto San Giovanni, è conosciuto sopratutto per aver emesso oltre mille Daspo in questi anni di governo, con tanto di torta e festeggiamenti per la cifra tonda, e aver poi fatto esplodere l'emergenza abitativa a Sesto, tagliando oltre 1,5 milioni di fondi agli alloggi popolari. Eppure è anche l'uomo che ha costruito negli anni (insieme a Savoini) i rapporti tra la Lega e Russia Unita, il partito di Putin, e che ha presentato il dittatore del Cremlino a Salvini»

 

«Nel novembre 2016, a Mosca, rilascia interviste sulla dannosità delle sanzioni europee alla Russia. A marzo 2017 presenzia la firma dell'accordo politico tra Lega e Russia Unita. A luglio 2018 accompagna Salvini al cospetto di Putin nel suo primo viaggio a Mosca in qualità di Ministro dell'Interno, nonché di Vice Presidente del Consiglio. Infine, viene nominato dallo stesso suo 'consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale'. Insomma, la peggior specie di servilismo al potente di turno. Non importa quanto corrotto, autoritario o spietato sia. Uno schifo, oltre ad un profondo pericolo per il nostro Paese, politicamente parlando. E poi gli amici di Putin saremmo noi... Oggi questo signore, invece che correre a nascondersi – conclude Fratoianni – è capolista della Lega alle prossime elezioni amministrative di Sesto San Giovanni. Davvero senza la minima vergogna.»

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