Dall'associazione Amici del Parco Nord riceviamo e pubblichiamo:
"In una straordinaria e credo memorabile cornice di cittadini attivi (che ringraziamo) e di primavera in fiore, la Comunità del Parco, vale a dire i Comuni che costituiscono l’Ente Parco (Milano – Sesto San Giovanni – Cinisello Balsamo – Bresso – Cusano – Cormano – Novate Milanese e Città Metropolitana) ha decretato la fine del progetto che prevede la costruzione della Vasca di laminazione nel Parco Nord. E’ un grande successo per tutti coloro che fino ad oggi si sono opposti ad un’opera che avrebbe provocato distruzione ( di quattro ettari di parco, di cui 28 mila m² di bosco) e rischio per la salute di migliaia di cittadini. Alla fine la cosiddetta società civile si è ritrovata in Cascina a fare il tifo per i Comuni ! E’ un momento forse strano, ma certamente significativo e promettente.
La storia è finita? No. Niguarda attende comunque che sia risolto il suo problema, e noi vogliamo innanzitutto contribuire perché sia rispettato questo impegno.
Ci sono, secondo noi, un problema grande e due opportunità . Il problema riguarda il fallimento del Piano AIPO. Esso prevedeva, oltre alla vasca nel Parco, un sistema di quattro vasche a monte, per il contenimento di 4,5 milioni di m³ di acque del Seveso. Della vasca di Lentate (1 mil m³) non esiste neppure il progetto preliminare; per le vasche di Paderno (1 mil. m³) e di Varedo (1,5 mil m³) è prevista l’unificazione nell’immensa area dismessa della ex SNIA di Varedo: una fabbrica chimica che per decenni ha depositato sulla sua superficie una quantità incalcolabile di veleni. La bonifica di questa area esige tanti anni e tantissimi soldi: non ci sono né gli uni né gli altri.Insomma, si sono messi su un binario morto. Sulla vasca di Senago, infine, è sospeso il ricorso che questo Comune ha presentato all’Alto Tribunale delle Acque: ricorso molto tosto e ferrato tecnicamente.
Ci sono anche due occasioni (necessità ). Fallito il Piano AIPO, bisogna cercare di capirne le ragioni. Di sicuro, una di queste consiste nel fatto che le vasche, grandi aree verdi da cementificare, sono una soluzione in contrasto frontale con le caratteristiche del territorio del Nord Milano, uno dei più urbanizzati, antropizzati e cementificati d’Europa. Un secondo motivo consiste nel fatto di non aver distinto le soluzioni d’emergenza da quelle definitive. Ammesso (e non concesso) che si debbano sopportare queste benedette vasche, per quanti anni le dovremmo subire? Non è stato detto. E poi, con che cosa si penserebbe di sostituirle? Non è stato detto. L’Associazione Amici Parco Nord questi problemi li ha sollevati subito. Abbiamo chiesto un Piano alternativo, semmai complementare, a quello esistente. Nessuno che ci abbia detto che sbagliamo, ma nessuno ha poi mosso un dito, e noi (e i cittadini) ci siamo sentiti presi in giro!
La seconda occasione riguarda la vasca nel Parco Nord. Forse il retropensiero di quelli che ieri l’hanno bocciata è quello di ripresentarla tra qualche tempo con qualche ritocco, non più zuppa ma pan bagnato! Sarebbe un grave errore. Ci sono tutte le condizioni, invece, perché al posto di questa brutta vasca si avvii un programma di applicazione della Invarianza Idraulica, cioè di gestione corretta della risorsa acqua piovana, non più trattata come un difficile rifiuto da smaltire. Abbiamo idee e proposte, ci sono tante esperienze in Italia e in Europa e ci sono capacità tecniche anche qui a Milano, che aspettano solo di essere chiamate a confrontarsi, a progettare e a compiere un’opera più moderna e civile. Ora ci aspettiamo di essere ascoltati davvero".