Da Roberto Di Stefano (Forza Italia) riceviamo e pubblichiamo:
"Una continua emorragia, quella delle Aziende sestesi, che abbandonano il territorio per delocalizzare", dichiara Roberto Di Stefano, vice presidente del Consiglio comunale di Sesto San Giovanni.
Delocalizzazione è sinonimo di licenziamento, trasferimento, impoverimento del tessuto sociale e produttivo di una città. Questa è la parabola discendente di Sesto, che negli ultimi anni, dalla gestione Oldrini a quella Chittò, è diventata sempre più una periferia-dormitorio.
Un fuggi fuggi generale. Alstom, Marelli, Gabbioneta, Campari, Abb: spariscono tutti e non per delocalizzare all’estero ma trasferendosi di pochi chilometri o in altra Regione. E se Gabbioneta, ad esempio, è stata obbligata a spostarsi di qualche chilometro per l’inflessibilità del Comune a non concedere uno spazio adeguato, Alstom favorisce Toscana, Puglia e Campania.
Crisi generale, delocalizzazione, costo del lavoro: davvero localmente non si può fare nulla? Regione Lombardia, dichiara Di Stefano, ha dato il suo contributo con la Città della Ricerca e della Salute per riqualificare le aree dismesse più grandi d'Europa e creare nuovo sviluppo e nuovi posti di lavoro.
Di contro, continua Di Stefano, non abbiamo visto favorire le Aziende con sgravi fiscali, con facilitazioni o incentivi continui. Il progetto “ Vado a Sesto” (molto male agganciato al progetto di Regione Lombardia) non ha portato i frutti sperati e secondo Assolombarda siamo il comune maglia nera nella tassazione industriale. E qualcuno dovrebbe decidere di venire a Sesto?
Vi è quindi una palese incapacità dell’Amministrazione di trattenere le imprese e la chiara volontà del Governo di favorire una Regione a scapito della nostra. Ma la nostra giunta e il Governo appartengono allo stesso partito, il PD.
Di conseguenza, continua Di Stefano, invece che fare ponti d’oro alle aziende per farle restare, Sesto si accoda alla politica ideologica e fallimentare di tassazione delle attività produttive, cercando addirittura di boicottare la Regione per motivi meramente politici. Urlano un po’, si schierano accanto ai lavoratori, molto teatro ma niente incentivi.Servirebbe una “No Tax Area” per attirare le imprese a Sesto, perchè il nostro dovere è aiutare chi lavora: così le aziende potrebbero venire e rimanere a Sesto.
Questi incentivi, conclude Di Stefano, saranno presenti nel nostro programma elettorale e sono espressione del forte ed indiscutibile orientamento al raggiungimento del bene comune. Non diamo sempre la colpa sempre al “capitale” : qualche volta le responsabilità vanno cercate in casa”.