Dal Comitato Popolare riceviamo e pubblichiamo:
“La nostra prima dichiarazione, al termine dell’assemblea popolare da cui siamo nati, è stata quella di sentirci figli di quei valori che hanno fatto di Sesto la città Medaglia d’oro della Resistenza e di ispirarci a quei principi di solidarietà, responsabilità e condivisione che hanno permesso alla nostra città di essere, per decenni, un modello nazionale di buon governo democratico e riformista.
Venire a sapere che la “visione” di Monica Chittò è, testualmente, “radicalmente diversa” non solo stupisce, ma rattrista e preoccupa”. Così Beniamino Bonardi, portavoce del Comitato Popolare per Sesto, in merito alle dichiarazioni di Monica Chittò apparse sulla stampa oggi. E aggiunge: “Anche veder negata, nella storia di Sesto, il grande peso e valore del movimento delle donne e della più convinta politica di eguaglianza e pari opportunità, che ha avuto nei nove anni di grande sindacatura di Fiorenza Bassoli una delle sue migliori espressioni, ci colpisce.
Ma forse questa rimozione è più frutto di una visione parziale dettata da un momento di tensione per il proprio ruolo più che di intima convinzione. O, almeno, lo speriamo”. E conclude: “Se Sesto ancora in parte regge lo si deve soprattutto alla qualità civile della sua gente e a quello che in tanti anni è stato costruito e creato, che oggi non può essere solo burocraticamente mantenuto, ma rigenerato, rilanciato, potenziato. E solo una nuova stagione fatta di grande partecipazione, condivisione e impegno diretto dei sestesi può garantirlo. Perché non c’è “un’altra Sesto” ma una Sesto che deve di nuovo essere se stessa”.