Dai Democratici per il cambiamento riceviamo e pubblichiamo:
"Leggiamo allibiti le dichiarazioni del vicesindaco Andrea Rivolta secondo cui “a oggi non c’è nessun elemento che metta in connessione terrorismo e comunità islamica esistente”.
L’analisi ci sembra alquanto sommaria e superficiale soprattutto se proferita da un esponente di governo cittadino.
I cocci non vanno raccolti quando il danno è fatto ma bisogna evitare che il vaso si rompa. Anche perché i cocci, in questo caso, sarebbero quelli dei sestesi che oggi più che mai non meritano altri riflettori puntati su se stessi.
Non dubitiamo del fatto che a Sesto S. G. non vi siano elementi di connessione tra il centro culturale ed i fiancheggiatori dell’ISIS. Ci mancherebbe altro!
Tuttavia un amministratore responsabile dovrebbe porsi il problema di governare il territorio con lo sguardo rivolto anche a quello che accade intorno. Dopo gli attentati in Francia e Germania abbiamo letto fiumi d’inchiostro sulle relazioni dei servizi di sicurezza nazionale ed internazionali. Tracciabilità dei flussi finanziari per la costruzione delle moschee, attività di proselitismo parallelo che sfuggono al controllo delle comunità ufficiali, sono solo alcuni dei temi trattati in questi ultimi 3 anni. Ignorare tutto questo è sintomo di cecità politica e di scarsa lungimiranza.
L’amministrazione comunale ha il dovere di rivedere il progetto avviato durante la giunta Oldrini ridimensionandone la portata. Avere il coraggio di ritornare sui propri passi non è un indice di debolezza politica ma di coscienziosità nei confronti di una città complessa come Sesto San Giovanni. Rivedere la convenzione per la cessione del diritto di superficie è possibile e noi siamo convinti che la comunità islamica sestese saprà offrire il proprio contributo per riportare sul tavolo quel progetto modificandolo in modo coerente al panorama internazionale.
E’ indispensabile, alla luce di quanto accaduto in questi ultimi anni , evitare grandi concentrazioni dove risulta più complesso il controllo delle relazioni e dove sarebbe più facile trovare terreno fertile per attività di promozione della propaganda jihadista in danno dei fedeli mussulmani.
Questo non significherebbe limitare o negare la libertà di preghiera o di culto, che è un diritto sacrosanto di tutti, ma semplicemente ridurre un rischio possibile.Invitiamo il Vicesindaco a meditare sulle proprie dichiarazioni ed a fare un passo indietro".
Democratici per il Cambiamento
Sesto San Giovanni