Studio dell’agenzia Klaus Davi and Co. in occasione della proposta di candidatura Unesco dell’artigianato italiano, presentata oggi in occasione di MilanoUnica presso Origin Passion and Beliefs
Sarà l’effetto Bianca Balti, top model di fama internazionale che in una recente intervista ha dichiarato “quello che mi manca di più dell’Italia sono le bomboniere di Lodi fatte a mano, che mi faccio spedire qui in California tanto sono belle ” (http://www.lastampa.it/2017/07/01/societa/moda/bianca-balti-non-sono-capace-a-dire-di-no-temo-pi-i-rimpianti-degli-errori-ANHrqtf3c0O8yuYFn3LyGM/pagina.html), sarà che due italiani su tre non vogliono rischiare di aprire una startup per paura di fallire dopo solo un anno, come dimostrano i recenti dati del Randstad Workmonitor (http://www.ilsole24ore.com/art/management/2017-05-04/imprenditoria-sogno-italiani-ma-due-tre-temono-fallire-112112.shtml?uuid=AEo70AGB), ma i giovani e le giovani lombardi stanno riscoprendo quantomeno l’importanza dei vecchi mestieri artigiani, un tempo giudicati cheap e ora in grande rispolvero.
Secondo una ricerca realizzata dall’agenzia di comunicazione di impresa Klaus Davi and Co. su 1000 giovani lombardi di età compresa tra i 15 e i 25 anni, in occasione di un’iniziativa di sostegno alla proposta di candidatura a Patrimonio Unesco del nostro artigianato, sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo e promossa nel corso di MilanoUnica partita oggi alla Fiera di Rho/Milano, il particolarissimo mestiere di ‘bombonierista’ in cui eccellono le maestranze lodigiane – complice una icona internazionale come la Balti - è tra i più affascinanti (36% delle preferenze).
L’arte del saper fare affascina a sorpresa sia ragazzi (13% dei casi) che ragazze. In una regione come la Lombardia coinvolgono anche altri mestieri artigiani tradizionalmente lombardi, come la lavorazione della seta - e tessile in generale - (come il disegno, la tessitura jacquard, la stampa tradizionale, i finissaggi e la confessione, il ricamo come a Gallarate, tintoria, torcitura), storicamente tra le più rinomate a livello internazionale e ancor oggi molto attiva, tanto che il 30% degli intervistati se ne dice ammaliato. Al terzo posto si distingue la professione del liutaio (27%), trainata da un centro importante come Cremona, dove la tradizione dei leggendari maestri Stradivari e Amati non si è mai persa ed è arrivata alle generazioni più giovani.
Appena giù dal podio troviamo l’arte orafa (24%) sia di gioielli che di metalli preziosi, concentrata per lo più attorno al capoluogo milanese. Tornando al tessile, la produzione dei pezzotti attira il 21% degli intervistati: si tratta della lavorazione a mano di tappeti rustici dai colori vivaci, tipica delle aree montane di Sondrio. Un altro must dell’artigianato nostrano molto apprezzato è la produzione di pipe in radica (17,5%), un oggetto tornato molto in voga anche grazie a numerosi videoclip musicali. Il 16% - soprattutto donne - è invece amante degli antichi oggetti in vimini e sogna di dedicare il resto della sua vita alla creazione di cesti, sedie e manufatti con l’uso di questa fibra davvero speciale. Naturalmente, parlando di Lombardia, non si può dimenticare la pelletteria, fiore all’occhiello della Regione: il 15% del campione di ragazzi brama di imparare questo mestiere, magari in qualche conceria tradizionale della zona.
Penultima posizione per un’altra specialità, quella dei ricami con tomboli e fuselli: il 13% si vedrebbe benissimo come ricamatore o ricamatrice, quasi come se si trovasse in una favola ottocentesca. Chiude questa speciale top ten l’attività dell’armaiolo (10%), il produttore di armi, che nel territorio lombardo vanta vere e proprie eccellenze a livello mondiale come la fabbrica Beretta, che ha istituito propri corsi per apprendere questa particolare e apprezzata arte.
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Milano, 12 luglio 2017