Richiesti da tutti, sfruttati troppo spesso, protetti da nessuno: ecco l’identikit degli stagisti in Italia. In occasione della Giornata Internazionale dello Stagista, i Giovani Democratici Milano e Lo Stagista Frust(r)ato hanno consegnato al Ministro del Lavoro Andrea Orlando oltre 60.000 firme raccolte per la petizione “Lo stage non è lavoro, vogliamo diritti!”, disponibile sulla piattaforma Change.org. La petizione, costruita da giovani stagisti e studenti e finalizzata a fornire più tutele per chi si affaccia sul mercato del lavoro, propone una riforma del tirocinio e dell’apprendistato.
“Gli stage sono uno strumento legalizzato di sfruttamento: in Italia vengono spesso usati per sostituire lavoro subordinato e hanno perso gran parte del loro contenuto formativo e di orientamento al mondo del lavoro.”, dichiarano i Giovani Democratici di Milano, “Complice anche la totale assenza di controlli, è diventato naturale per un giovane attraversare consecutivamente diversi stage prima di trovare un vero contratto, bruciando anni della propria vita senza tutele, con un rimborso spese ridicolo e senza maturare contributi e acquisire competenze.” La proposta di riforma è stata costruita studiando le varie normative europee, analizzando i risultati di un questionario somministrato a migliaia di stagisti, dialogando con sindacati, associazioni datoriali, agenzie del lavoro e altri esperti. Un percorso allargato alle federazioni GD di tutta Italia e a decine di associazioni giovanili e studentesche. “Mesi densi e ricchi di studio, che dimostrano come la nostra generazione non ha solo voglia e necessità di fare politica, ma è anche capace di costruire soluzioni concrete”.
A febbraio 2021 è stata lanciata la petizione su Change.org e a inizio marzo le istanze avanzate hanno trovato l’attenzione del parlamento e sono state depositate sotto forma di proposta di legge a prima firma di Chiara Gribaudo (PD). “L’attenzione del Ministro del Lavoro Orlando per noi è un fatto positivo, ma la precarietà giovanile è un dramma lampante, servono risposte immediate: continueremo ad insistere finché la nostra proposta non sarà legge e lo Stage usato come strumento di sfruttamento solo un ricordo del passato.” I dati parlano chiaro: dal 2014 i tirocini extracurricolari sono quasi raddoppiati, arrivando a circa 370mila l’anno (dato pre-pandemia). “Vi sembra normale che, sei mesi dopo la fine di uno stage, neanche uno stagista su dieci venga assunto a tempo indeterminato nella stessa azienda? Tutti gli altri sono costretti a cercare altrove, accontentandosi di contratti precari, dell’ennesimo stage o condannati al divano di casa”. La proposta che oggi viene consegnata al ministro si articola in due punti chiave:
1. Basta stage gratuiti e senza tutele: vogliamo una sola tipologia di stage, con un giusto rimborso spese obbligatorio e non attivabile oltre tre mesi dal conseguimento di laurea/diploma, per garantire a tutti una maggiore trasparenza da parte di chi promette contratti, ma rinnova stage.
2. Puntiamo sull’apprendistato come vero strumento di entrata nel mondo del lavoro: serve snellire la burocrazia, migliorare la formazione anche tramite le università, oltre che garantire più flessibilità e incentivi crescenti per chi assume giovani lavoratori tramite questo contratto, che garantisce tutele, contributi e una retribuzione adeguata.
“La nostra generazione è stanca – scrivono i Giovani Democratici Milano - della retorica dei ragazzi che non hanno voglia di lavorare e del vittimismo di alcuni imprenditori che non riescono a trovare personale: siamo la generazione più formata della storia d’Italia, ma siamo anche la più disoccupata, precaria e la meno tutelata”.