Dal Comitato Popolare di Sesto San Giovanni riceviamo e pubblichiamo:
“Leggiamo sulla stampa locale che per Monica Chittò non c’è nessun bisogno di aprire e allargare il centrosinistra sestese, o quel che ne rimane. Alla proposta del Comitato Popolare x Sesto la sindaca risponde che il ‘suo’ centrosinistra è una meraviglia così com’è, tanto da definirlo ‘squadra che vince e non si cambia’.
Ci sorge il sospetto che l’orologio della sindaca si sia bloccato a cinque anni fa e che, forse, le siano sfuggite le stesse dichiarazioni dei dirigenti della sua maggioranza, che andavano in senso diametralmente opposto.
Certo che una distanza così siderale dalla realtà non tranquillizza i Sestesi che non vogliono vedere il nostro Comune venir travolto da un’onda populista e pericolosa, rischio sempre più concreto vista l’autoreferenzialità e la difesa di interessi personali di talune e taluni"
Così Beniamino Bonardi, portavoce del Comitato Popolare X Sesto, sulle dichiarazioni della Sindaca in risposta alla necessità di costruire un grande fronte democratico, civico e popolare per le prossime elezioni comunali.
E conclude: “E’ singolare questa differenza abissale che c’è tra il comune sentire di tantissimi ambienti cittadini e dello stesso centrosinistra, come dimostrano i contatti che abbiamo intrapreso e le richieste di incontro e confronto che ci giungono, e la Sindaca.
Stupisce che i vertici del Partito Democratico sestese assecondino quest'ansia di mantenimento di ruolo e posizione e non si pongano il problema di dare una risposta politica in grado di costruire una coalizione larga e competitiva, anche alla luce della nuova fase politica che si è aperta dopo il risultato referendario, così facendo saranno corresponsabili della sconfitta.
Noi continuiamo per la nostra strada di unire le forze migliori del civismo democratico e popolare, per costruire insieme a coloro che davvero pensano al bene di Sesto e non meramente al proprio, un grande polo che sappia rigenerare la politica e costruire un futuro condiviso per la Città. Senza pregiudizi, preclusioni e alterigia autoreferenziale, mali mortali per la buona politica e la democrazia”.