l nucleo originario dei Massimo Volume si forma a Bologna nell’inverno del 1991.
Nel 1993 il gruppo firma il primo contratto discografico per la Underground Rec. E’ il momento di “Stanze”, il primo album. Il suono della band è personalissimo. Pezzi d’impatto, tesi e distorti, si mescolano a momenti più introspettivi: brani come “Alessandro”, “In Nome Di Dio”, “Stanze Vuote”, pur mantenendo una forte carica emotiva, si muovono in questo senso. L’album ha un ottimo riscontro di critica e pubblico. I concerti si susseguono a ritmo incalzante.
Nel 1994 le major si accorgono del gruppo e, agli inizi di marzo, i Massimo Volume vengo messi sotto contratto dalla Wea che licenzierà il loro secondo lavoro “Lungo I Bordi”. La produzione artistica viene affidata a Fausto Rossi, da sempre modello per Clementi e soci, di un modo di fare musica fuori dai canoni imposti dal mercato. Ne nasce un rapporto a tratti difficile, ma ispirato al punto da dare vita a una delle pietre miliari del nuovo rock.Il gruppo si libera definitivamente da ogni legame con modelli stranieri. Il disco è potente, dal suono inconfondibile. “Il Primo Dio”, “Meglio Di Uno Specchio”, “Inverno ’85”, “Fuoco Fatuo”, diventano nel giro di poco tempo dei classici. Si accorge di loro ancheJohn Cale, che si propone come produttore di “Da Qui”, il loro terzo lavoro.
La direzione del disco viene però affidata a Steve Piccolo (già Lounge Lizard). E’ il 1997. I Massimo Volume passano alla Mescal. Passano due anni e i Massimo Volume tornano ancora a stupire con un nuovo lavoro che spiazza critica e pubblico: “Club Privé”. Le canzoni si alternano a brani recitati, la ritmica si fa incalzante, fraseggi jazz si insinuano nel tessuto musicale. Un album ricco e struggente, a tratti misterioso, che segna una nuova linea di fuga nel percorso artistico del gruppo.
La produzione artistica è affidata a Manuel Agnelli degli Afterhours che riesce a dare una compattezza unica al suono.I testi si staccano dalla forma racconto per creare con poche pennellate un mondo fatto di sensazioni e ricordi che colorano magistralmente l’ultimo capitolo di una storia sempre più affascinante a cui si è aggiunto, a Gennaio, il primo romanzo di Emidio Clementi “Il Tempo Di Prima”, uscito per la casa editrice Derive/Approdi.
Nel febbraio 2002 arriva una notizia che nessuno avrebbe voluto ricevere: i Massimo Volume decidono di sciogliersi e d’interrompere il loro comune percorso artistico.Dopo sei anni di pausa, nel 2008 i Massimo Volume accettano di tornare a condividere la loro musica. Due grossi eventi siglano questo rientro sui palchi italiani: la partecipazione al Traffic Festival nella serata condivisa con Patti Smith ed Afterhours e la sonorizzazione de “La Caduta Della Casa Degli Usher”, suggestivo progetto realizzato per conto del Museo del Cinema di Torino e messa in scena (sempre a Torino) alle Officine Grandi Riparazioni (OGR). Emidio Clementi pubblica per Rizzoli, nel febbraio 2009, il suo nuovo romanzo “Matilde E I Suoi Tre Padri” e tre mesi dopo esce, sempre su Unhip, il secondo album solista di Egle Sommacal, “Tanto Non Arriva“.
I ritrovati Massimo Volume, ripresa la strada on the road, non si sono limitati ad attraversare l’italico stivale in lungo e in largo, ma hanno concretizzato tale nuova esperienza registrando “Massimo Volume Bologna Nov. 2008”, il loro primo album live uscito su etichetta Mescal il 28 Agosto 2009. Nel 2010 i Massimo Volume hanno realizzato il nuovo album di inediti “Cattive Abitudini”che è stato accolto dai fans e dalla critica in maniera entusiasta. I Massimo Volume a seguito delle ottime vendite dell’album e delle numerose ed acclamate date del tour si sono aggiudicati numerosi premi tra i quali nel 2011 il “Best Live” dal circuito di Club Keepon Musica dal Vivo, miglior ALBUM dalla critica musicale italiana al MEI 2011. Nel 2012 i Massimo Volume sono stati invitati a suonare al prestigioso Tanned Tin Festival a Castellon de La Plana (Spagna) insieme a numerose altre band internazionali.
A ottobre 2013 il nuovo album “Aspettando i Barbari” e a seguire il nuovo lungo tour. “Aspettando i Barbari” musicalmente una nuova svolta rispetto al suono caldo, rigidamente analogico di Cattive Abitudini.
La trama elettrica si infittisce adesso di venature elettroniche, le ritmiche si sovrappongono, a dipingere un paesaggio pietroso, dagli spigoli netti e i confini incerti.
Il risultato è un disco duro, compatto, volutamente autarchico, calato con forza nell'ambiguità del presente.
Opening Act: MasCara
Inizio H 21.30
Ingresso 10€