Un’ampia selezione di fotografie, una miscellanea di filmati, diversi articoli di giornale.
Questi gli elementi con i quali giovedì 17 luglio, dalle ore 21:00, nel cortile di Villa d’Aragona, si è tenuto l’evento indovina Sesto.
Una iniziativa curata e pensata da Sestoproloco, Sesto San Giovanni per l’Unesco e Sestopedia
L’evento ha rappresentato una sorta di inaugurazione di un progetto che si auspica verrà attuato l’anno prossimo, durante l’expo. È uno sguardo verso il futuro in cui presente sarà l’obiettivo di sviluppare una serie di percorsi di conoscenza storica e culturali.
Sesto San Giovanni vuole essere lanciata come città da visitare, da scoprire. Un luogo che ha la sua caratteristica come città fabbrica. Ad oggi molti sono i turisti che pernottano a Sesto San Giovanni, per una ragione di economia e di vicinanza con Milano. Ma il desiderio è quello di attirare visitatori anche per le peculiarità che la città offre, valorizzandola ed esponendola a giudizi positivi e costruttivi.
Savino Bonfanti, presidente di Sestoproloco, afferma:
“la serata di oggi sarà un assaggio di un progetto futuro. Il passato e il presente saranno affiancati per riuscire a vedere le trasformazioni avvenute”.
Ad intervenire è stato anche Dario Cosi, consigliere anziano di Sestoproloco, che ha reso nota la presenza di un archivio di circa 500 immagini posseduto dall’associazione. Aperta è la difficile fase di catalogazione che sta ricevendo aiuti e sostegni anche da diverse associazioni e gruppi attivi nel territorio sestese.
Il materiale visivo della serata è stato costituito da una raccolta di foto (prelevate principalmente tutte dal web) e da un montaggio, realizzato da Giusi Castelli e Cristina Meneguzzo, dei filmati di Carlo Pozzi, conservati nell’archivio cinematografico Carlo Pozzi al MIC (Museo Interattivo del Cinema) in Viale Fulvio Testi.
Non solo storia e ricordi, ma anche un’opera di valore.
Carlo Pozzi, assistente di Ermanno Olmi, iniziò le sue riprese con una 16 mm e cercò di catturare tutto quello che gli stava attorno. Dal giro d’Italia e di Francia al cinegiornale.
Appare chiara l’importanza di questa raccolta di materiale per conoscere e scoprire, ma anche per sollecitare la memoria, i ricordi e le impressioni. Attraverso il confronto con ciò che le foto e i filmati contengono e la realtà quotidiana, è possibile rimarcare non solo le differenze (tecniche e fisiche) ma anche le continuità.
Il filo conduttore della miscellanea è stata la bicicletta e, anche attraverso ciò che venne inquadrato nelle fotografie, sono apparse chiare le differenze dell’utilizzo.
Innanzitutto la bicicletta era un mezzo ampiamente utilizzato all’epoca. Dalle foto è stato possibile notare quanto la bicicletta venisse usata per gli spostamenti lavorativi, durante le occasioni delle manifestazioni e degli scioperi e sicuramente per gli eventi sportivi, domenicali e festivi.
E in giro per Sesto, durante quel salto temporale nei primi 50 anni del XX secolo, si è potuto scoprire (o anche solo accarezzare con l’immaginazione) la tanto famigerata e misteriosa Grotta Gino (costruita probabilmente nel 1906 e scomparsa attorno agli anni ’50); oppure un insolito castello adibito a casa popolare.
Sesto San Giovanni si sa, è da scoprire.