Il sottopasso che collega due comuni, Cologno Monzese e Milano, battuto da innumerevoli pneumatici che hanno lasciato solchi visibili su quel terreno fangoso per la tanta pioggia di quest’anno. Un passaggio che permette di raggiungere gli orti coltivati dai tanti appassionati della libera coltivazione, solitaria o collettiva, comunque autonoma. La Via Bormio, che appare perpetuamente devastata e riempita da rifiuti, satura di detriti e ammassi di prodotti di scarto.
Tante bottiglie accompagnano le tante scarpe abbandonate, macerie e apparecchiature elettroniche, scarti di cantiere e rifiuti organici. Una via che offre alla sconcertante vista la più immediata dimostrazione dell’utilizzo umano degli spazi territoriali e del suo strabordante consumo metropolitano. Alcuni rifiuti hanno trovato dimora all’interno di sacchi dell’immondizia, depositati alla rinfusa addosso alle pareti longitudinali del sottopasso o schiacciati dal proprio peso sul lurido suolo.
Barattoli di vetro, di latta e di plastica, componenti marginali di precedenti strumenti tecnologici ora riversi, inutili e privi di funzionalità , sul selciato. Diverse scarpe di piccole dimensioni, appartenute a qualche bambino in un lontano o vicino giorno.
In alcune confezioni compaiono ancora sedimenti organici di precedente consumazione cibaria; in altre ancora, è il recente abbondono che sconcerta, segno dell’atemporalità della stupidità umana.
Una discarica a cielo aperto, che fa sorgere spontaneamente perplessità su quanto l’uomo ragiona durante il concepimento di un’azione.
Un tradizionale volatile urbano Columbia Livia o, semplicemente, piccione, frequenta la strada: sembra scortare il cammino, la passeggiata dal sapore amaramente contemplativo, attendendo a distanza strategica l’avvicinamento dei passi, per mostrare, come una guida esperta, il percorso (comunque unidirezionale) e indicare gli elementi offerti alla vista. Malato, probabilmente moribondo, le ali spezzate: si accascia sugli oggetti abbandonati, vi sale sopra. È un’altra vittima dell’uomo, da anni abbandonato. Il piccione, un tempo, messaggero dell’uomo.
Anni addietro il sottopasso aveva la strada impedita da una sbarra, limitando gli ingressi e il degrado.
Da anni l’accesso libero ha causato la libertà umana dell’inciviltà .
A detta di alcuni frequentatori degli orti, il comune di Milano spedisce periodicamente alcune camionette dell'AMSA, ma che hanno il compito di occuparsi unicamente della parte verso Milano. Durante il tragitto, la camionetta cerca anche di spostare l'ammasso dei rifiuti addosso alle pareti, per meglio agevolare il passaggio delle vetture. Ma i rifiuti, ingombranti, innumerevoli e appiccicati al suolo, continuano comunque ad essere veicolo di sporcizia e di disordine.
L'abbondanza di rifiuti e la continuità della loro permanenza sono un fattore considerevole della concentrazione di atti incivili. Continuamente perpetuati a danno dell'ambiente.