Vestimi un progetto di Wurmkos e Bassa Sartoria.
14 ottobre - 14 novembre 2014 ore 18,30 mostra e performance
Farmacia Wurmkos
martedì e giovedì dalle 16 alle 19 e su appuntamento 338 6159134 - 347 1585410.
via Puccini, 60 Sesto San Giovanni MM 1 Sesto FS
Vestimi è una serie di abiti, oggetti indossabili, disegni, cartamodelli che verranno presentati in forma di performance che coinvolgerà il pubblico a Livorno e in forma di mostra e performance a Sesto San Giovanni (Mi).
Il progetto nasce dall’incontro tra Pasquale Campanella e Adele Bressa di Wurmkos, Sesto San Giovanni, con Clara Rota di Bassa Sartoria, Livorno.
I due gruppi, entrambi nati in ambito sociale in cui lavorano persone
con e senza disturbi psichici, operano con l’idea di sviluppare progetti
dove la collaborazione e la condivisione sono possibilità d’incontro
tra vite e progetti.
Vestimi è un lavoro sul rapporto tra arte e moda, un tema presente
nella ricerca di molti artisti contemporanei, da Jan Fabre a Lucy Orta.
L’abito non viene inteso come parte di una collezione di moda,
nel taglio o nella confezione: sono abiti che non “vestono” perché non nascono
per vestire.
Ricerca e sperimentazione sono alla base dello scambio e degli esiti di Vestimi.
Wurmkos sottopone disegni, collage e prototipi di abiti in carta a Bassa Sartoria dove vengono rielaborati con la sensibilità e le competenze tecniche
delle donne del gruppo.
Viceversa Bassa Sartoria porta a Wurmkos i propri progetti che vengono discussi e rielaborati insieme, e la progettazione comune opera per decostruzioni, assemblaggi e sovrapposizioni.
Questo modo di lavorare produce un doppio laboratorio “attivo” in cui le singole esperienze dialogano a distanza attraverso i materiali ogni volta valutati, integrati e sviluppati.
Vestimi gioca quindi sul terreno dell’incontro e dello scambio:
un percorso fatto di frammenti, di nuovi alfabeti, di piccoli gesti ripetuti; un lento lavoro dedicato al fragile affiorare di emozioni, colori ed esperienze quotidiane.
La relazione tra Wurmkos e Bassa Sartoria si esprime quindi nella produzione di significati oltre che di opere, facendo così emergere il plurale e l’ibrido: sono oggetti che non seguono le regole del mondo che assegna ad ogni cosa un nome e una funzione.
L’abito in questo modo enfatizza il suo potenziale simbolico, che avvolge e amplia il corpo, cessa di essere un oggetto per diventare segno.
Gli abiti diventano interfacce tra corpo e spazio, si trasformano in oggetti che sono contemporaneamente rifugi e arredi dei corpi.
Abiti con un’attenzione particolare all’esperienza e alla tattilità: la “pelle” diviene cioè tema centrale, anticorpo per combattere paura,
incertezza, pregiudizio.
Gli abiti sono stati indossati da persone comuni a Livorno, dove sono stati presentati il 27 settembre, così a Sesto San Giovanni dove la performance si accompagna alla mostra.
Hanno partecipato ai laboratori di Vestimi:
Susanna Abate, Mario Alati, Angela Di Bartolomeo, Adele Bressa, Vincenzo Calcagno, Marco Campanella, Pasquale Campanella, Caterina Caserta, Savino Crudele,
Salvatore Fede, Michele Gallo, Diego Giuliano, Silvia Guerri, Daniele Guglielmo,
Marco Noce, Francesco Nocera, Francesca Pittella, Roberto Proto,
Carla Sparanero (Wurmkos)
Elisa Barbieri, Nilvana Chiti, Sabina Del Nista, Giada Faticoni, Monica Ingrasciotta, Susanna Nadimi, Rosa Neri, Emanuela Pellagrini, Clara Rota, Teresa Trovato, Martina Veracini, Angela Whellens (Bassa Sartoria).
Con il patrocinio di:
Comune di Sesto San Giovanni
In compartecipazione con:
Comune di Livorno
Si ringrazia: Fondazione Gianfranco Ferré, Unità Funzionale Salute Mentale adulti (ASL6) di Livorno.