È stata una serata ricca di musica quella di ieri sera 7 settembre al Carroponte. Ad aprire le danze ci ha pensato Trees of Mint che, con le sue suites di chitarra e l'effettistica, ha deliziato il pubblico con atmosfere surreali e noise. Trees of Mint ha dimostrato, in mezzora di set, di essere un one-man-band capace di far viaggiare con la mente l'ascoltatore attraverso i suoi loop di chitarra e la sua fantasia compositiva.
Alle 22:15 sale sul palco Iosonouncane (al secolo Jacopo Incani) con la sua band (Serena Locci – cori e percussioni / Andrea Rovacchi – tastiere e synth / Francesco Bolognini – elettronica / Simone Cavina – batteria e percussioni). Il set prende quota sin dalle prime note: le voci di un coro in lontananza si fondono con il ritmo incessante delle percussioni che si amalgama con una vibrante base elettronica. L'apertura del live è affidata a "Tanca" che mette le cose in chiaro: sarà un concerto ad alto voltaggio emozionale. Il brano contenuto nell'ultimo disco dell'artista di Buggerru suscita sin da subito l'apprezzamento del pubblico che osserva rapito ed ascolta con attenzione. Il quintetto tiene il palco egregiamente e continua la sua cavalcata a base di beat, percussioni, chitarre distorte ed elettronica. La setlist offre brani dall'ultimo disco ma anche dal precedente "La macarena su Roma".
E così dopo la travolgente "Buio", Iosonouncane & co regalano al pubblico una ventata di fresca estate con una versione coinvolgente e suggestiva di "Summer on a spiaggia affollata". I musicisti sul palco sono concentrati ma si divertono e spesso si incrociano gli sguardi in un afflato di soddisfazione e goduria. Si procede con "Carne", un altro dei pezzi più riusciti del nuovo album: l'elettronica trionfa e la band si produce in una deliziosissima coda strumentale che viene risaltata da un bellissimo gioco di luci sul palco. "La macarena su Roma" viene accolta dal pubblico con grande gioia, così come il piccolo accenno a "Diluvio" (brano dei Verdena contenuto nel recente split che ha visto collaborare Iosonouncane con la band bergamasca). Molto intenso è stato il momento de "Il corpo del reato", eseguita in solo con la chitarra acustica: si tratta di uno dei brani più emozionanti scritti dall'artista classe '83.
C'è ancora spazio per "Stormi" e per una grossa quantità di applausi per un progetto che cresce canzone dopo canzone, disco dopo disco, concerto dopo concerto. La bellezza della musica di Iosonouncane sta nel rifuggire la ripetizione, la costante ricerca di novità a livello stilistico, melodico, lirico e sonoro.
Cosa manca? Niente.