Su una parete dello studio di New Orleans degli Arcade Fire, delle foto creano una mappa visiva del loro sesto album, “WE”. Da una parte, immagini raffiguranti tutto ciò che provoca dolore: da uno stivale in procinto di schiacciare qualcosa, a un uomo ferito, a un bambino che fissa uno schermo con aria assente. Dall’altra, una manciata di immagini di famiglie felici. Al centro, c'è una fotografia della copertina di "WE", il romanzo di fantascienza del 1921 di Evgenij Zamjatin, che mostra un grattacielo in cui i cittadini di una realtà distopica vivono costantemente sotto sorveglianza. Con in mano un album già scritto, gli Arcade Fire hanno iniziato a registrare a febbraio 2020, ma sono stati interrotti dall'inizio della pandemia. Win & Régine hanno così trascorso il resto dell'anno e la maggior parte di quello successivo scrivendo ancora più canzoni.
«È stato il periodo più lungo che abbiamo mai passato a scrivere, senza interruzioni», ha detto Butler. Nonostante questo, l'album che ne è venuto fuori - prodotto da Nigel Godrich, Win & Régine —
dura solo 40 minuti. La prima parte “I” racconta delle varie difficoltà, la seconda "WE" esprime l’amore verso gli altri. Sono accadute molte cose tra l'inizio del 2020 e la prima metà del 2021, quando tutti e sei i membri della band hanno potuto finalmente riunirsi di nuovo allo Studio Sonic Ranch, a El Paso: lockdown, elezioni, proteste e disordini in tutto il mondo e molto altro ancora. Le canzoni di “WE” riflettono le esperienze degli ultimi due anni, con la prima parte “I”, che incanala la paura e la solitudine dell'isolamento, e la seconda "WE" che esprime la gioia e il potere del contatto.
Questi brani riescono a parlare a questo momento storico in maniera unica e immediata, perché sono stati scritti, registrati e pubblicati in un periodo particolarmente critico. Ma le ispirazioni sono arrivate anche da altre parti. I primi due brani dell'album, "Age of Anxiety I" e "Age of Anxiety II (Rabbit Hole)" si ispirano a "I Am Waiting", una poesia di Lawrence Ferlinghetti a cui Butler ha pensato per decenni. La prima metà si conclude poi con la suite in quattro parti, "End of the Empire I-IV", che evoca vivide immagini di un'America emotivamente impoverita in cui le persone si rifugiano dentro loro stesse. Ma se la parte "I" del disco evoca e incarna l’ansia nascosta e la mancanza di contatto fisico, la parte “WE” fotografa l'eccitazione data da nuove possibilità e il brivido di impegnarsi gli uni con gli altri, sia come società sia come persone.
In “The Lightning I, II”, la band afferma: “Waiting on the lightning / Waiting for the light / What will the light bring?”
“Unconditional I (Lookout Kid)” è una lettera d'amore al figlio di Win & Régine, mentre “Unconditional II (Race and Religion)”, con la straordinaria voce solista di Régine Chassagne, celebra il trionfo dell'amore e dell'arte sulle illusioni che ci dividono. Alle voci, si unisce anche Peter Gabriel, che ha avuto una grande influenza artistica sulla stessa Chassagne, che afferma: «Crescendo, ascoltavo le sue canzoni alla radio, ed erano le uniche al di fuori da casa mia dove sentivo la batteria che suonava come la musica della mia famiglia».
Sulla parete dello studio, una fotografia mostra i segnali stradali all'incrocio tra Race Street e Religious Street a New Orleans: “At the crossroads / There’s a street sign / It’s a construct / How’d it get in my mind?”, canta Chassagne.
Gli Arcade Fire sono sempre stati una famiglia allargata. La voce del figlio di Win & Régine appare nel disco, così come le melodie dell'arpa eseguite dalla madre dei Butler, Liza. L’album finisce con “WE”, un invito a intraprendere un viaggio, “Already know I / I want to know WE / Want to get off this ride with me?”. Semplice e diretto, con un'ampia produzione di Godrich e Win & Régine, riassume lo spirito generoso e pieno di speranza dell’album. “WE” è però soprattutto un'esperienza catartica, uno studio sui contrasti e un viaggio dalle tenebre alla luce.
Sulla copertina dell’album, la fotografia di un occhio umano, realizzata dall’artista JR, rievoca Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea. Questa immagine sorprendente, impreziosita dalla caratteristica colorazione aerografata di Terry Pastor (che ha utilizzato la stessa tecnica impiegata sulle iconiche copertine degli album di David Bowie “Hunky Dory” e “Ziggy Stardust”), è la perfetta espressione visiva di “WE”, un’epopea concisa di 40 minuti, ispirata sia dalle forze che provocano l’allontanamento tra le persone che si amano, sia dall’urgenza di superarle.