Il terremoto continua a devastare vari territori del centro Italia, mentre il popolo assiste sgomento e addolorato alla distruzione di case e alla morte di individui finiti sotto le macerie. Troppe le persone decedute, quelle che non hanno più il sogno di una casa, di un’attività lavorativa. Tale tragedia è l’emblema di un’ Italia inginocchiata dinanzi alla forza spietata della natura. Tante le richieste di solidarietà e donazioni per i terremotati, ma soprattutto una voce forte e chiara emerge come in veste di supplica, un aiuto, una preghiera agli occhi dello Stato: “non abbandonateci”. Il timore che la sofferenza e l’aiuto richiesto cada nel dimenticatoio, come già successo durante il terremoto dell’Aquila, non può passare in secondo piano, ecco perché si chiede alle istituzioni e allo Stato di essere presenti in modo adeguato, soprattutto nel lungo periodo post-terremoto.
Come si può orientare il popolo alla ricostruzione della civiltà, incrementando positività? Naturalmente gli individui in situazioni di alta criticità come quella delle catastrofi e dei terremoti, necessitano di certezze nello sviluppo di progetti futuri e di sostegno psicologico, al fine di canalizzare nel giusto modo le emozioni negative e la sofferenza venutasi a creare. Questo è il motivo fondamentale per cui empatia e solidarietà sono elementi indispensabili, nell’applicazione della psicologia dell’emergenza e delle catastrofi. La presenza territoriale di professionisti competenti che svolgono il proprio lavoro, supportando individui e famiglie in difficoltà, permette di ricercare le risposte in situazioni critiche e organizzare progetti collettivi durante tali eventi. Nei casi di disastri e catastrofi che coinvolgono numerose aree territoriali e persone, la psicologia considera le conseguenze che gli eventi ambientali possono avere sul comportamento. Ciò che favorisce la ricostruzione di un pensiero positivo, sicuramente è la possibilità dell’individuo di fronteggiare con occhi diversi situazioni di alta criticità. Questo significa poter sfruttare la capacità di essere un popolo sorprendentemente creativo. Infatti secondo lo studio psicologico condotto sulla resilienza e creatività (C.Castelli, 2013), i vantaggi di applicare il pensiero creativo in condizioni ambientali catastrofiche sono:
- La reinterpretazione della situazione in cui ci si ritrova, dando ad essa un nuovo significato. Quest'ultimo non deve essere riconducibile alla rassegnazione, sofferenza, disperazione, ma volto ad attivare le forze residue dell’individuo per trovare soluzioni funzionali nel tempo;
- La costruzione di strategie e strumenti per cavarsela in situazioni complesse. In modo particolare tale ingegnosità di carattere pratico assume un valore significativo nella sfera sociale e relazionale;
- La trasformazione di un evento critico e destabilizzante in una vera e propria opportunità personale. La generazione di idee seppur non immediata è finalizzata alle soluzioni di problemi,vale a dire che occorre scovare nella mente per poterle individuare;
- Riconoscere i limiti della situazione reale e trovare il modo per esprimere le sofferenze che si patiscono, canalizzando nel giusto modo le emozioni negative. È necessario essere inclini e motivati ad attivare tali processi.
Le catastrofi ambientali, quali i terremoti possono essere in parte fronteggiati dal punto di vista psicologico, quindi dal singolo individuo, sviluppando, sfruttando e mettendo in atto le potenzialità creative in cui l’assunzione del rischio, la flessibilità, il pensiero positivo, l’apertura mentale risultano essere caratteristiche comportamentali fondamentali per il superamento di eventi negativi drammatici.
Dott.ssa Rossana De Crescenzo Psicologa del Lavoro, Formatrice Professionale, Orientatrice Scolastica e Professionale, esperta in Psicopatologia Forense, amministratrice del sito di consulenza on line www.tooup.com; www.eating.bio; www.psychojob.com