La cucina, insieme alla scrittura è la mia passione ed è per questo che è stato veramente facile e forse leggermente azzardato, accettare di tenere questa rubrica di cucina.
La stessa avrà cadenza trisettimanale e mi auguro che possa essere per voi fonte di ispirazione per nuove preparazioni o di ricordi per rispolverare ricette che non fate da tempo.
Le ricette che presenterò, anche se a volte potranno sembrarlo dal mio modo di raccontarle , non vogliono essere dei dogmi, ma delle indicazioni su come cucinare un piatto.
Perciò sbizzarritevi e cercate di rendere vostre le preparazioni che man mano andrò a raccontare, aumentando o diminuendo le dosi di un ingrediente, eliminando quello che non vi piace od aggiungendo quello che più amate.
La scelta della prima ricetta è stata abbastanza sofferta; in fondo, tutte le prime volte lo sono, ma alla fine, in considerazione che anche se dal mio cognome non lo si capisce sono milanese, ho deciso di iniziare con una ricetta della mia città natale : La Cotoletta.
Quella vera però; quella fatta con la costoletta di vitello con l’osso e alta un paio di centimetri, in quanto cotoletta è un derivato della parola costoletta.
Detta costoletta non va assolutamente battuta; la carne non deve essere sfibrata ma va leggermente ripulita dal grasso.
Deve essere passata due volte in abbondante uovo sbattuto e nel pan grattato e poi fritta per tre quattro minuti per lato nel burro chiarificato girandola una sola volta.
Posata su carta assorbente per togliere l’unto in eccesso, deve poi essere salata leggermente e servita con un insalatina di stagione o con delle patatine fritte.
Coloro che la spruzzeranno con succo di limone uccidendone il sapore meritano soltanto l’inferno, quello culinario naturalmente, coloro che la irroreranno con un filo di burro fuso potranno vantarsi di essere dei veri milanesi.