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Peggy Guggenheim

L'Arte non convenzionale

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Benvenuti miei carissimi lettori di Dreamig  of Art,

questa settimana vi parlerò di Arte attraverso un personaggio, Peggy Guggenheim.

La città di Vercelli, in una mattinata di primavera, di punto in bianco, anni fa, mente ancora insegnavo, mi  si era presentata tappezzata di cartelloni pubblicitari che a grandi caratteri riportavano una scritta :“ I love Peggy Guggenheim”.

A scuola, posi ai miei rumorosi allievi una semplice  domanda : “Qualcuno di voi  sa dirmi chi è Peggy Guggenheim?” .

Silenzio, pur invasi, sommersi, da mille insegne sfavillanti, nessuno  dei ragazzi conosceva Peggy Guggenheim.

Cosa peggiore era che,  nessuno di essi , spronato da una benchè minima curiosità, si era domandato a chi appartenesse questo nome , così altisonante da sembrar quello di un personaggio uscito da un libro di fumetti.

Il compito per la lezione successiva fu, ovviamente,  quello di scoprire chi fosse questo incomprensibile  soggetto, oggetto di tanta attenzione cittadina.  

In classe, quando ci rincontrammo, scoprii lo stupore e l’ammirazione vestire gli occhi degli studenti; si erano informati ed avevano scoperto  che Peggy Guggenheim, era una donna, ma non una donna come tante.

La storia di Peggy è  affascinante  fin dai suoi inizi, un romanzo fantastico; nata a New York il 26 agosto 1898, suo padre Benjamin Guggenheim, spesso assente nella vita famigliare ,  morì sul  Titanic , quando lei ara ancora piccola .

Lo zio Solomon R. Guggenheim altri non era che il proprietario del Guggenheim Museum di New York; la famiglia Guggenheim era di origine ebraica e si era  arricchita con la vendita del rame e dell’argento, mentre  la famiglia  materna dei Seligman  era costituita da una dinastia di  importanti banchieri americani.

Di tanta ricchezza, da cui era circondata, Peggy  erediterà ben poco in futuro a causa degli  sperperi del padre.

Pare che Peggy  fosse una bimba solitaria, la sua istruzione, insieme a quella delle sorelle, era affidata ad un’istitutrice; viveva apprendendo la grande musica, visitando  i musei, ma senza conoscere davvero la realtà sociale che la circondava, come  l’avvento del cinema  o la musica jazz americana dei novecento.

A ventun anni entra  in possesso dell’eredità del nonno, circa sei milioni di dollari, una “piccola fortuna” rispetto a quelle degli zii Guggenheim, ma una somma sufficiente per renderla indipendente e in grado di cambiare direzione alla sua vita.

Peggy non era una ragazza come tante, era  moderna, istruita, intraprendente, libera, una grande osservatrice e donna anticonformista per quegli anni.  

Comincia a lavorare  presto, a New York anche presso una libreria,  frequenta i salotti e circoli letterari ed è  qui  che viene attratta dal pittore dadaista  Laurence Vail, il suo primo marito, grazie al quale si introdurrà nella cerchia delle avanguardie  statunitensi  conoscendo artisti come:  Man Ray, Constantin Brâncuși, e Marcel Duchamp.

Da Laurence avrà i suoi due figli, ma dopo il divorzio, girò l’Europa, e nel  1938, a Londra,  inaugura  la galleria Guggenheim Jeune,  la prima di una lunga serie di collezioni, che la renderanno negli anni la più importante sostenitrice dell'avanguardia europea.

Nella sua attività di mecenate artistica, finanzia artisti e anche diverse scrittrici come Djuna Barnes e Emma Goldman, poi incontra John Holms , l’uomo che amerà più di ogni altro, ma  che a 37 anni, muore, per una anestesia eseguita senza aver notizia del suo alcolismo.

L’anno successivo nel  1938 Peggy decide di  trasformare la sua semplice collezione londinese in un vero e proprio museo: sfida la guerra che incombe e  decide di acquistare un grande numero di opere d'arte, tra cui spiccano i nomi di artisti come Francis Picabia, Georges Braque, Salvador Dalí, Piet Mondrian, Fernand Léger e Constantin Brâncuşi.

Ma le truppe tedesche  avanzano e lei, ebrea, deve lasciare Londra per tornare a New York.

Nel 1941 sposa un altro uomo, il  pittore surrealista Max Ernst, da cui si separerà solo due anni dopo.

Con la fine del conflitto  mondiale  Peggy decide di tornare a Venezia, dove la sua collezione viene esposta per la prima volta alla XXIV edizione della Biennale d'arte nel 1948.

Nel 1942 apre a New York la galleria Art of This Century, lo  spazio a diventa il luogo di incontro tra gli artisti dei due continenti, il centro delle avanguardie, in tantissimi artisti vi espongono, a cominciare dall’amatissimo Pollock.

Nel 1947 ritorna definitivamente in Europa e l’anno dopo acquista Palazzo Venier dei Leoni sul Canal Grande, a Venezia , dove si  trasferisce  insieme alla  sua collezione che dal 1949 apre al pubblico, come Collezione Peggy Guggenheim.

La Collezione Peggy Guggenheim nel 1969 sarà  esposta al Guggenheim Museum di New York e  insieme a Palazzo Venier dei Leoni verrà donata, in seguito, alla Fondazione Solomon Guggenheim.

Nel 1979, all'età di 81 anni, Peggy Guggenheim muore, sola, le sue  ceneri  si trovano nel giardino di Palazzo Venier , vicino ai suoi cani.

Peggy passò l'intera esistenza aiutando nuovi artisti emergenti; la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia è uno dei più importanti musei italiani  di arte europea e americana della prima metà del XX secolo, abbracciando  opere che vanno dal Cubismo al Surrealismo e all'Espressionismo.

Peggy Guggenheim era sicuramente una donna di carisma e fascino, che aveva però ben inteso quanto fosse necessario lo scambio tra mecenate ed artista, uno scambio spesso anche sfavorevole per chi realizza arte, ma pur sempre indispensabile.

Era nata in mezzo all’Arte e l’Arte l’aveva divorata ma anche resa libera, la più grande collezionista del secolo scorso, disincantata nei confronti dell’amore lo aveva vissuto con passione e non adeguandosi agli schemi sociali del tempo, forse più simile caratterialmente a quel padre “perso ” che tanto aveva ricercato  nei suoi compagni di vita.

Peggy Guggenheim era una donna  non convenzionale,  fuori da ogni sistema, a dimostrazione che essere se stessi e seguire i propri sogni è l’unico modo per vivere un’esistenza unica nel suo genere.

Vi aspetto alla prossima emozione di Dreaming of Art.

 

 

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