In piazza Santo Stefano a Milano, si trova un luogo che è indiscutibilmente ricco di fascino, ovvero la nota Chiesa di San Bernardino alle Ossa. Non per nulla, questa chiesa di Milano è molto conosciuta per il suo particolarissimo ossario le cui pareti sono decorate, per gran parte con teschi ed ossa. Si tratta di un edificio religioso risalente al XIII secolo, insieme al Brolo, struttura ospedaliera non più esistente, destinata un tempo a curare i lebbrosi e le persone più povere della città.
A seguito del crollo avvenuto nel 1642 del campanile dell’adiacente Chiesa di Santo Stefano Maggiore, entrambi gli edifici risultarono essere danneggiati in modo grave. In breve tempo venne riparata la parte anteriore della chiesa Carlo Giuseppe Merlo e Andrea Biffi, furono gli architetti i quali nel 1750, provvidero a riprogettare la chiesa, decidendo di adottare sia lo stile barocco, sia il rococò. Al contempo, l’architetto Carlo Buzzi fece decorare con tibie e teschi le pareti dell’ossario.
Si accede all’ossario attraverso uno stretto corridoio dinnanzi a una stanza quadrata, quasi completamente rivestita da teschi, e una volta, affrescata nel 1695 da Sebastiano Ricci che ritrae l’ascensione delle anime al Paradiso. Molteplici teschi: omeri, tibie, femori, ornano nicchie, pilasti e porte, creando una curiosa alchimia macabra plasmata dalle curve sinuose e delicate del Rococo. Sopra l’altare fu collocata in un’apposita nicchia con una statua di Nostra Signora Dolorosa di Soledad vestita di bianco con ai piedi il Cristo morto, eseguita da Giacomo Cattaneo nella metà del XVII secolo, attorno ad essa ancora decorazioni e nastri, fatte con ossa, teschi e cuori sacri dedicati alle grazie ricevute da Maria.
L’ipotesi ancora più probabile della provenienza delle ossa, è che provengano dal vecchio cimitero dell’ospedale del Brolo, quando venne soppresso nel 1652 su decisione dell’Ospedale Maggiore (che oggi è la vicina Università Statale). L’ossario attirò grande attenzione e curiosità tanto che Giovanni V, Re del Portogallo, ne rimase talmente colpito da farne costruire uno simile a Evora vicino a Lisbona: la Capela dos Ossos. Negli anni seguenti, l’afflusso dei devoti aumentò talmente che la piccola chiesa a fianco venne ampliata, erigendo l’attuale San Bernardino.