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“PADOVA URBS PICTA”, UN TOUR SUI GIOIELLI, PATRIMONIO DELL’UNESCO

Dreaming of art

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Tutta l’attenzione per Padova è rivolta ai suoi affreschi del 1300, proclamati ora patrimonio dell’umanità. Partendo da Giotto a Guariento, ad Altichieri da Zevio a Giusto Menabuoi, da Jacopo Avanzi, fino a Jacopo da Verona, gli illustri artisti hanno saputo con la loro sensibilità e il loro talento già nel 1300, essere la base della pittura a fresco e ispiratori importanti di nuovi stili nei secoli dopo.
L’itinerario è percorribile a piedi e Padova apre le porte della sua città medievale partendo dalla Cappella degli Scrovegni, scrigno di Giotto, toccando siti di importanza culturale e artistica come la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, il Palazzo della
Ragione, la Cappella della Reggia Carrarese, il Battistero della Cattedrale, la Basilica e il Convento di Sant’Antonio, l’Oratorio di San Giorgio, per percorrere Padova immergendosi nei suoi 3600 metri quadrati di pittura muraria, a fresco e un uso innovativo del colore.

Giotto fu artefice portando in città un linguaggio artistico nuovo. La Cappella degli Scrovegni è il luogo in cui Giotto compie le prime rivoluzionarie rappresentazioni dello spazio in prospettiva anticipando di oltre cento anni la teoria prospettica di Leon Battista Alberti. Un prezioso e fragile gioiello turchino. A poco più di cento metri dalla Cappella degli Scrovegni, la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo degli Eremitani commissionata dalla nobildonna Traversina Cortellieri, a Giusto De Menabuoi che insieme a Guariento di Arpo, rielaborò l'arte di Giotto. Le architetture si fanno più complesse e articolate, con un'attenzione al particolare che conferisce al ciclo un nuovo effetto scenografico.

Il Palazzo della Ragione, con le quattro pareti interne del grande salone pensile del primo piano completamente affrescate, incarna il ciclo più ampio per superficie dipinta e il più articolato dei cicli affrescati del XIV secolo di Padova. La realizzazione di questa
"risposta laica" alla Cappella degli Scrovegni fu affidata a Giotto dal Comune di Padova circa dodici anni dopo la conclusione del suo capolavoro. Un grande almanacco dipinto da più di trecento riquadri, scanditi secondo i dodici mesi dell'anno, tra segni zodiacali, mesi,
e mestieri.

Nel Battistero della Cattedrale, gli affreschi incentrati sulla Storia della Salvezza con episodi della vita di Cristo e di San Giovanni Battista, rappresentano invece il capolavoro assoluto di Giusto de' Menabuoi. All’interno del Battistero della cattedrale il ciclo di
affreschi esprime lo sviluppo delle ricerche sulla prospettiva di Giotto che mirano a costruire una spazialità illusionistica. Il mausoleo dell’Oratorio di San Giorgio venne dipinto da Altichiero, considerato da alcuni "il più geniale pittore italiano del secondo Trecento", decorò le pareti interne, con la ricerca dell'illusionismo prospettico e un’attenzione alla luminosità del colore. Influssi giotteschi esplodono nell’ architettura affrescata, nella decorazione entro cornici, nella volta stellata, secondo il nuovo stile gotico.
Situato vicino alla Torlonga del Castello Carrarese, ai piedi delle rovine di un edificio sacro risalente probabilmente all’epoca longobarda, l’Oratorio di San Michele custodisce il gli affreschi delle storie della Vita della Vergine dipinti da Jacopo da Verona. Qui si snoda l'ultima storia della pittura ad affresco nella Padova del Trecento.

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