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AUTORITRATTO DI LUCIO FONTANA A PARMA

Dreaming of art

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Alla Villa dei Capolavori a Parma, sede della fondazione Magnani Rocca si svela Lucio Fontana. Dal 12 marzo al 3 luglio, i famosissimi “Concetti spaziali” noti anche come Tagli e Buchi, che tanto hanno mosso la critica di tutto il mondo, incontreranno i “Teatrini” e le “Nature” realizzate in bronzo fino a terminare con “La fine di dio” un ciclo di 38 opere imponenti, realizzate tra il 1963 e il 1964, tele ovoidali, in cui compaiono costellazioni di buchi, squarci, graffiti che come disse Lucio Fontana stesso indicano l’inconcepibile, l’infinito, la fine della figurazione, il principio del nulla.

L’artista italo-argentino, maestro dello Spazialismo, rinnova il suo messaggio in questa esposizione, agli appassionati di arte moderna, ma anche ai curiosi, che vorranno cogliere l’opportunità di osservare, comprendere e dare una loro interpretazione personale alle opere di questo grande artista che è riuscito a utilizzare l’espressione dell’arte, andando oltre l’arte, come concetto grafico e pittorico. Nella metà degli anni sessanta, mentre l’uomo sta per sbarcare sulla Luna e la televisione mostra immagini immateriali, la visione dell’umanità esce dai confini terresti e si butta nell’ignoto, creando mondi invisibili e una nuova dimensione del possibile. Fontana cerca un’arte in grado di andare oltre la materia.

“La scoperta del cosmo è una dimensione nuova, è l’infinito. Allora buco questa tela, che era alla base di tutte le arti e ho creato una dimensione infinita, un perché che è la base di tutta l’arte contemporanea”. Dirà il maestro, in una famosa intervista catturata con un registratore. L’intervista originale e integrale diventa quindi la colonna sonora della mostra, che unisce e lega tutto il percorso espositivo; un modo per far luce su uno degli interpreti più enigmatici e affascinanti dell’arte del novecento. Tra riflessioni sul suo lavoro e sulla sua attività di collezionista, osservazioni sul sistema dell’arte e sprazzi di vita quotidiana, nonché commenti di disarmante schiettezza su colleghi come Robert Rauschenberg e Jackson Pollock.

L’esposizione ospita anche opere d’arte della collezione personale di Fontana che amava seguire e promuovere i colleghi più giovani, con lavori di Enrico Baj, Piero Manzoni, Alberto Burri, Enrico Castellani, Giulio Paolini. Questa originale retrospettiva è frutto della collaborazione della Fondazione Magnani Rocca, con la Fondazione Lucio Fontana di Milano, con prestiti provenienti dal Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, dal Museo del Novecento di Firenze, dall’università di Parma e da altri prestigiose collezioni private.

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