La Galleria milanese Buildingbox, in via Monte Pietà a Milano presenta dal 7 maggio al 4 giugno 2021 un’opera di Jan Fabre scultore contemporaneo nato ad Anversa nel 1958, sarà il quinto artista de La forma dell’oro, progetto espositivo annuale, a cura di Melania Rossi, che indaga l'utilizzo dell'oro nella ricerca artistica contemporanea attraverso le opere di dodici artisti invitati a misurarsi con il tema prescelto. Ho scoperto questo artista, recentemente, su Instagram, grazie a una superba esposizione tenuta al Pio Monte di Napoli, dove le sue opere in corallo rosso, splendevano nelle cornici della città partenopea rendendola ancora più bella. Affascinata dalle sue sculture preziose, mi sono resa conto, in questo modo, della grande mole di lavoro che possiede alle spalle.
Le installazioni sono visibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7 Jan Fabre ha realizzato innumerevoli autoritratti in forma di sculture, disegni, film-performance. Seguendo le orme dei maestri di epoca medioevale, rinascimentale e barocca, l’artista usa sé stesso come prima fonte di studio anatomico e psicologico. La rappresentazione dell’uomo, nell’opera di Fabre, aderisce al racconto della condizione dell’artista come metafora della condizione umana. Devilish Ashtray, l’opera di Jan Fabre per il ciclo La forma dell’oro, è un autoritratto con corna da diavolo, la bocca spalancata in una linguaccia beffarda. Fabre dichiara uno spirito mutevole e ribelle che supera limiti, che vuole rendere possibile l’impossibile a ogni costo. Il diavolo è l’inventore della metamorfosi, e l’uomo daimon a metà tra umano e divino, è per la filosofia greca l’intermediario tra le due dimensioni. La foglia oro conferisce all’opera un’aura di spiritualità che si ricollega allo studio dei maestri del passato..
Con una carriera che dura da quarant’anni, Jan Fabre è considerato una delle figure più innovative nel panorama artistico internazionale. Come artista visivo e autore teatrale, crea un’atmosfera intensamente personale con le sue regole, leggi, personaggi, simboli e motivi. Curioso per natura e influenzato dai manoscritti dell’entomologo Jean-Henri Fabre (1823-1915), Jan Fabre è rimasto affascinato in giovane età dal mondo degli insetti e altre piccole creature. Alla fine degli anni Settanta, mentre studiava all’Istituto Municipale di Arti Decorative e all’Accademia Reale di Belle Arti di Anversa, iniziò a esplorare modi per incorporare il corpo umano nella sua ricerca. La metamorfosi e la costante interazione tra animale-umano e uomo-animale sono concetti importanti per comprendere il pensiero
mentale di Fabre. Il suo universo spirituale e fisico si spiega all’interno dei suoi testi letterari e delle sue note notturne, o dei cosiddetti “diari notturni”.