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Uno nessuno centomila

“Tutti possono conoscerci e vederci tranne noi stessi”

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Benvenuti miei carissimi lettori e lettrici di Dreaming of Art,

nei giorni scorsi, i miei occhi hanno indugiato su un testo che da un po’ non rileggevo: Uno nessuno centomila di Pirandello.

Questa settimana vi parlerò sempre di arte, ma attraverso la letteratura; entrambe le materie parlano dell’uomo, cercando di raccontarlo.

Vitangelo Moscarda è  uno dei personaggi pirandelliani da me più amati, così complesso da poter essere considerato “artistico”, così autentico e disperato nelle sue intuizioni da esser sempre attuale.

Nelle sue domande, mi ritrovo, al limite tra comprensione e follia.

Vitangelo comprende alcune verità umane; noi non siamo per gli altri ciò che pensiamo di essere per noi!

Mi è  capitato di pensare che sarebbe stato grandioso “vedermi vivere”, proprio come Moscarda, cercandomi tra le vetrine, spiandomi, per avere la possibilità di conoscermi dall'esterno, come per  scrutare “qualcuno che non conosco”, vedermi con gli occhi di  un estraneo.

Come Moscarda ho cercato di guadarmi negli occhi senza paure, davanti alla mia immagine allo specchio, ma come per lui la ricerca è stata disperata.

Voi  avete mai cercato veramnete di "vedervi" ?

Come intuisce Moscarda: “tutti possono conoscerci e vederci tranne noi stessi”.

Viaggiamo nella vita compagni di un estraneo inseparabile, quel compagno siamo noi stessi, il nostro corpo che non conosciamo dall’esterno.

Se guardiamo il nostro corpo, da fuori, esso può essere percepito come un sogno o una scatola, qualcosa di estraneo a noi, un contenitore  pronto per essere preso e riempito dal primo che lo desidera, vissuto da un altro nella sua realtà.

Questo nostro corpo è  niente!

Questo corpo è un mezzo, che non possiamo scegliere, per questo ancora più estraneo a noi, un corpo, una macchina, spesso anche difettosa.

Un corpo ingrato, odiato, mortificato, una prigione…. un relitto da  lasciare naufragare!

Un corpo che suo malgrado contiene, misteriosamente, il pensiero, emozioni, sensazioni, domande, regalandoci ben poche risposte.

Marina Abramovic è una delle artiste contemporanee che fa del corpo la sua tela, all’inizio esplorando la gestualità, il dolore e spingendosi oltre i limiti.

Vi invito a esplorare ciò che non conoscete.

Vi aspetto a giovedì prossimo con una nuova emozione di Dreaming of Art .
 

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