Benvenuti miei carissimi lettori e lettrici di Dreaming of Art,
questa settimana via parlerò di quando l’Arte diventa simbolo.
Ci sono artisti che non moriranno mai; resteranno nella memoria comune per sempre.
Perché accade tutto questo?
Forse per la loro originalità, la loro contemporaneità, il loro essere spirituale che supera la dinamica terrena e diventa metafisica.
Van Gong viene affascinato dalla luce che invade il giorno e la notte; nel suo silenzioso soffrire scopre dalle circostanze paesaggistiche il senso della sua esistenza, egli è simbolo della solitudine dell’abbandono della noia della pazzia dell’uomo odierno che sia salva imprimendo sulla tela i suoi stati d’animo e le sue guerre interiori.
“Spesso le persone fanno arte, ma non se ne accorgono” Vincent Van Gogh.
Non di meno Fontana, attraverso la sua ribellione alla corrente storica e di pensiero del suo tempo, ferisce la tela e questo stesso pannello ferito, diventerà arte.
Anche Fontana fa un gesto insolito, quasi per caso; ma l’attimo fuggente sceglie proprio lui e a causa del suo gesto la sua arte diventa universale.
“Le idee non si rifiutano, germinano nella società, poi pensatori e artisti le esprimono” Lucio Fontana.
Picasso, a sua volta, nella sua percezione realistica della vita, dipinge un toro spezzato e squarciato simbolo del male della guerra del dolore, della distruzione, dello smarrimento; la sua arte parla al mondo parla all’universo e urla il dolore nella profondità dell’infinito dove spaziano i suoni della nostra voce, dove vaga lo spirito alla ricerca di pace.
"È lei che ha fatto questo orrore?"
"No, è opera vostra"
Così Pablo Picasso di fronte alla Guernica risponde alla domanda dell'ambasciatore tedesco Otto Abetz.
I tre artisti citati pur appartenendo a tre correnti diverse sono uniti saldamente dallo stesso filo conduttore: l’ispirazione.
L’ispirazione che dà luce all’arte e la rende manifesta all’uomo.
Vi aspetto a giovedì prossimo con una nuova emozione di Dreaming of Art .