Benvenuti miei carissimi lettori e lettrici di Dreaming of Art,
il mare non poteva che trascinare i miei pensieri sulle spiagge assolate, fino ai colori forti e decisi delle opere di Gauguin.
Da egli sempre ricercò una vita semplice, primitiva, libera e senza condizionamenti, lontana dalla cultura soffocante del tempo; nato a Parigi nel 1848, trascorse la sua infanzia in Perù e la sua vita fu un viaggio continuo tra l’Europa, il Sud America e l’Oceania, toccando la Bretagna e per un breve periodo Arles, dove visse assieme a Vincent van Gogh.
La sua grande scelta fu quella di trasferirsi in Polinesia e, fu nel luglio 1895 che intraprese il suo ultimo definitivo viaggio per Tahiti e le Isole Marchesi, dove si spense l’8 maggio 1903, all’età di 54 anni, disperato, stanco, malato ed in carcere per essersi opposto alla politica razzista del governatore francese.
Fu un artista autodidatta; egli rispose al richiamo dell’Arte come ad una vocazione e furono gli incontri con i vari interpreti della cultura artistica del tempo a formarlo nei suoi esordi pittorici ed influenzare il suo linguaggio pittorico futuro.
Dalle sponte dell’impressionismo alle influenze delle forme artistiche giapponesi, apprendendo il cloisonnisme, ossia la tecnica che consiste nel contornare con un marcato segno nero cose e persone dipinte e nel riempire lo spazio così definito con il colore, approdò alla ricerca di uno stile unico e personale dove i colori erano dati per ampie campiture piatte e, più che colori complementari, egli faceva uso di quelli primari: rosso, giallo, blu.
La forte linea di contorno assume un valore espressivo notevole, contribuendo a mettere in risalto ciò che viene dipinto; avviene , nella sua pittura, un recupero della bidimensionalità che può anche fare a meno di ogni illusionismo prospettico, sia geometrico che cromatico.
Gauguin non ha goduto, in vita, una grande fortuna, ma le sue opere stupende, intrise della cultura polinesiana hanno affascinato e continuano ad affascinare il pubblico moderno.
Quale più grande libertà ci può essere se non quella di vivere a contatto con la Natura e lasciarsi così ispirare da una cultura antica e primordiale, dove l’uomo è essere incontaminato?
“Possa venire il giorno in cui fuggirò nei boschi di qualche isola dell’Oceania, a vivere d’estasi, di calma e d’arte, circondato da una nuova famiglia, lontano dalla lotta europea per il denaro. Lì a Tahiti potrò ascoltare, nel silenzio delle belle notti tropicali, la dolce musica sussurrante degli slanci del mio cuore in amorosa armonia con gli esseri misteriosi che mi saranno attorno. Finalmente libero, senza preoccupazioni di denaro, potrò amare, cantare e morire”.
Per Gauguin, e soprattutto per la sua pittura, vivere n quel paradiso è un’esperienza decisiva, è come tornare alle radici dell’esistenza, a un mondo fatto di istinto, di genuinità, di ritmi naturali e di silenzi; è questa realtà semplice ed intensa che Gauguin ritrae nelle sue tele .
Egli si fonde con questa nuova civiltà, diventandone parte integrante, alla ricerca di un senso di appartenenza va alla scoperta del profumo di quella terra .
La sua musa, in questo viaggio visivo ed espressivo, sarà una giovane sposa tahitiana, la dolce piccola Teura che diventerà una guida, quasi spirituale di quel magico, inestricabile paradiso terrestre.
Di lei egli scrive: “É entrata nella mia vita al momento giusto: più presto forse non l’avrei capita e, più tardi, sarebbe stato troppo tardi. Ora sento quanto l’amo e, grazie a lei, penetro finalmente misteri che fino a qui mi restavano ribelli”.
Tutta la tristezza della separazione da quella terra amata si legge nelle sue parole del 1901 quando, obbligato da questioni familiari, deve far ritorno in Francia: “Addio, terra ospitale, terra meravigliosa, patria di libertà e di bellezza! Parto con due anni di più, ringiovanito di venti, più barbaro anche di quando sono arrivato eppure più sapiente. Sì, i selvaggi hanno insegnato molte cose al vecchio civilizzato, molte cose, quegli ignoranti, della scienza del vivere e dell’arte di essere felici”.
Quanto comprendo e condivido queste sue parole, da artista e da essere umano, dai tempi di Gauguin niente è cambiato nell’animo sociale, ancora si trascura quanto la libertà si fondi su basi ben diverse dalla ricchezza e ricerca di perfezioni effimere, la vera essenza della vita risiede nelle cose semplici, nei ritmi primordiali, nell’ascolto della Natura, nell’incalzante rumore della risacca marina.
Chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare sul sentiero della libertà!
Vi aspetto a giovedì prossimo con una nuova emozione di Dreaming of Art.