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Ma questa è Arte ?

Un’ Arte catastrofica, bulimica, che vomita e rinnega se stessa.

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Benvenuti miei carissimi lettori  e lettrici di Dreaming of Art,

questa settimana vi porrò alcune riflessioni personali sull’arte contemporanea.

Quando accompagnavo i miei studenti ad una mostra di arte contemporanea, la loro domanda era più o meno sempre la stessa : “Prof … ma questa è arte … ?”.

Devo confessare che spesso , da artista e da osservatore, mi pongo la medesima domanda.

Ormai nell’arte contemporanea si è visto tutto , riproposto l’inverosimile, arrivati all’eccesso e di conseguenza al vuoto più totale ,cercando di dare valore all’idea, dimenticando che l’Arte non è solo un’idea o una stravaganza, pubblicità o commercio, ma bensì essa ha un valore ben più alto che non va cercato solo nell’idea stessa  ma quanto nella sostanza. 

L’arte contemporanea, ci porta a considerare l’opera attraverso la conoscenza dell’artista, della sua vita , della sua imprevedibile capacità di esporsi e negarsi, certo è un’occasione vantaggiosa, ma allora basta crearsi un personaggio per essere artista?

L’artista contemporaneo in questo insano gioco , mi pare sempre più spesso vittima di meccanismi mediocri e di scarso valore, meccanismi economici che non premiano la capacità ma si piegano a clientelismi e favoritismi.

Sempre più spesso ci si trova di fronte ad artisti inventati, resuscitati, improvvisati, spremuti e macinati dal mercato artistico.

In questo sistema l’Arte si fa specchio esatto dei tempi, tempi di scarso livello morale ed etico.

L’Arte è diventata un business o un franchising .

Questa è Arte?

Anche i grandi artisti lavoravano per cantieri e grandi committenze, ma non certo nell’epoca della strumentalizzazione!

Si, anche questa è Arte, arte decadente, un’arte che descrive un tempo storico e sociale , che sintetizza un secolo di innovazione e autodistruzione.

Un’ Arte catastrofica, bulimica, che vomita  e rinnega se stessa.

Un’arte  difficile da spiegare  senza fare ricorso a qualche succulenta storia di  condimento, ad una “favola artistica”; occorre usare un po’ di fantasia, accendere i riflettori su vite sbandate, affascinanti  e folli.

Quante volte mi sono trovata a sorridere crogiolandomi alle colorite interpretazioni di gesti e tratti pittorici di artisti affermati, gestualità a volte spontanee , ma su cui critici e storici dell’arte hanno costruito pagine di intricate spiegazioni filosofiche.

Quanto spesso mi ritrovo circondata da un mondo di artisti che nulla hanno più da scambiarsi se non la disperazione, come in una guerra tra poveri, pronti a sbranarsi per un momento di gloria.

Quanta sana Arte esiste ancora al mondo? Quanti artisti davvero hanno qualcosa da comunicare ?

Quanti critici hanno qualcosa di sublime da spiegare? 

Sempre più spesso fare arte sembra significare “scarabocchiare” su di una tela  o affidarsi al digitale;  tutti hanno diritto di esprimere il proprio mondo interiore anche attraverso il colore e la pittura, ma l’arte contemporanea in tal modo  è diventata un ingorgo di brutture dalle quali è sempre più ardito raccogliere bellezza.

Per rispondere  alla domanda dei miei ex studenti: "Prof ....ma questa è arte ?...."

In realtà vorrei rispondere ..

"No… ragazzi …..! Questo è l’uomo !".

Vi aspetto a giovedì prossimo con una nuova emozione di Dreaming of Art .


 

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