Benvenuti miei carissimi lettori e lettrici di Dreaming of Art,
questa settimana rifletterò con voi del nudo in Arte.
Al liceo, durante le lezioni di modellato e copia dal vero, nell’aula, in silenzio, i corpi umani, maschili e femminili, mi si posero dinanzi prestandosi alla copia; essi erano lì, scoperti, ai miei occhi di studente, liberi da costrizioni e tutti da interpretare ed investigare.
I modelli viventi, magicamente, diventavano statue , fisse in un groviglio di nervi e muscoli.
Il nudo ci appartiene fin dalla nascita, veniamo al mondo liberi, nudi; fin dal paleolitico l’arte del nudo è stata interprete della società, di significati umani e divini, ricordate la venere di Willendorf ?
Certamente ,quella statua di circa 11 cm, non aveva alcuna intenzione di raffigurare una semplice nudità ma, con le sue forme prosperose e sintetiche, rappresentava la fertilità, l’abbondanza; il nudo era tipico delle rappresentazioni delle veneri di cui, in storia dell’arte, vantiamo esempi innumerevoli.
Molto della bellezza ci arriva dalla Grecia, dove la nudità derivava probabilmente dalla consuetudine degli atleti di gareggiare nudi; tutto cambia nel momento in cui la nudità da divina, diventa umana rappresentando atleti nudi nella piena esaltazione della loro bellezza.
Un esempio sopra tutti ne è l'Afrodite Cnidia dello scultore Prassitele; il primo nudo femminile dell'arte greca, per la prima volta una dea viene rappresentata nuda ed in atteggiamenti intimi, personali ed umani.
Da questo momento il corpo umano e il divino diventano la stessa cosa!
Con l'avvento del Cristianesimo il corpo nudo è quello maschile; quello femminile escludendo le rappresentazioni di Eva è considerato blasfemo, il corpo è associato al corpo di Cristo, in particolare nella raffigurazione del battesimo o della crocefissione.
Nel Medioevo, invece, la rappresentazione della nudità in genere, senza distinzione di sesso, era ritenuta inaccettabile; il nudo venne riscoperto , nella sua bellezza, nel Rinascimento passando tra le tele di Giorgione, Michelangelo , Tiziano, Canova, Goya, Manet, Van Gong , Matisse , Klimt, Picasso, Botero, ecc, realizzando secoli di immagini di incredibile meraviglia.
Nel cinquecento il nudo assume una componente erotica, in principio appena accennata come nella Venere del Botticelli, poi via via diventa spintissima; fino ad allora Il corpo, femminile, nudo in atteggiamenti sensuali e provocanti era tollerato se allegoria di qualcosa o rappresentazione di episodi mitologici .
Il novecento è il secolo in cui si moltiplicano i mezzi artistici di espressione: cinema, fotografia, web, photoshop ed il confine tra nudo artistico, erotismo e pornografia si fa sempre più sottile.
Molti artisti giocano proprio su questo confine , pensiamo alla fotografia!
Avete mai guardato una foto di Helmut Newton ?
Newton con il suo particolare stile caratterizzato dall'erotismo patinato, a volte con tratti sado-masochistici e feticistici fotografa l'onirico, il bizzarro, l'eccesso, dinanzi alle sue fotografie non si può non restarne abbagliati!
Ma oggi , nel ventunesimo secolo, pensate a quanto, il nudo sia diventato così accessibile e quotidiano, da essere proposto, anche nelle trasmissioni televisive.
Se un tempo esso aveva ragione di “significare “ e “simbolizzare” , oggi, assume il significato di solo involucro, scatola, puro rivestimento atto a desacralizzare la vera natura del corpo umano, rendendolo decadente , come il tempo che stiamo vivendo.
Il nudo contemporaneo si adegua a canoni estetici prestabiliti, attraverso un corpo ci si classifica ed identifica nella massa “perfetta”.
Mi denudo, perché non c’è più altro che la sola carne da mostrare!
In un tempo in cui mi pongo ragionevoli dubbi sul futuro artistico ed umano, la nuova era mi appare scarna e fragile, l’arte va perdendo le sue linee, il nudo artistico con essa, il corpo appare distrutto, perfetto ed ingannevole come l’era che ci attende.
Dove comincia e dove finisce la veste e il velo, la pelle e la carne?
Vi aspetto a giovedì prossimo con una nuova emozione di Dreaming of Art.