Benvenuti miei carissimi lettori e lettrici di Dreaming of Art,
questa settimana vi condurrò alla scoperta del pittore Angelo Morbelli.
Anni fa ebbi, per la prima volta, l’onore di visitare la casa di uno dei pittori del divisionismo italiano, Angelo Morbelli e ne fui assolutamente onorata e ispirata.
Il divisionismo è stato un fenomeno artistico Italiano, di fine ottocento, caratterizzato dalla separazione dei colori in singoli punti o linee che interagiscono fra di loro in senso ottico generando la sensazione dell’immagine.
Il pittore, Angelo Morbelli, fu uno degli interpreti di questa corrente artistica insieme ad altri grandi esponenti come Segantini e Pellizza da Volpedo.
Nella bellezza solitaria delle campagne casalesi, la dimora di Morbelli mi è apparsa in tutto il suo fascino, profumata dei limoni di cui si circonda, raccontandomi storie di un passato storico ed artistico uniche.
Pur trovandomi in un luogo così distante dai miei natali, la casa del pittore mi ha immediatamente proiettata in quell’atmosfera dolce e domestica che era la casa dei miei nonni, immersa, come in un sogno, tra le colline, i fiori e la semplicità delle cose umili.
Umile, ma fiabesco, è il paesaggio che si distende a vista d’occhio tutt’intorno ed è impossibile non perdere il proprio sguardo all’orizzonte e non percepire un’energia particolare, camminando, piano, per il giardino ed il canneto che egli tanto amava .
La mente ti investe di sentimenti e immagini di un passato meditativo e composto, quello che Morbelli realizzava con i suoi tratti pittorici.
Il silenzio, il sole, la luna, le immense distese verdi, sono stati compagne delle visioni artistiche del pittore, che con la sua famiglia, soleva passare l’estate in mezzo alla campagna e che amava dedicarsi alla rappresentazione dei paesaggi circostanti , come degli scorci montani.
Le stanze di casa Morbelli trasudano arte, parlando della vita dell’artista che, nato a Casale Monferrato nel 1854, aveva frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Brera , cominciando così a esporre dapprima a Milano, e in seguito anche a Torino.
Morbelli, cominciò progressivamente ad adottare la scomposizione dei colori e intorno al 1890 abbracciò il Divisionismo; pura è la poesia che mi inonda il cuore potendo osservare la camera dove egli dipingeva i suoi panorami, immaginandolo a impressionare la tela di tratti e punti luminosi.
L’emozione è sempre viva quando ricordo la salita della scaletta che porta alla parte più alta del palazzetto, dove il mondo appare incastrato nell’inquadratura della grande finestra e luce, solitudine e silenzio paiono danzare all’unisono.
Quasi un fremito, le mani tremano a percepire il respiro di questo artista nella sua alcova, la sua dedizione alle cose semplici della vita mi sovviene immediata, le immagini delle mondine al lavoro chine nell’acqua delle risaie, le passeggiate, i banchi di una chiesa, un vaso di fiori tra le montagne, una sedia vuota abbandonata all’orizzonte.
A Morbelli fu assegnato il Premio Fumagalli al Brera, nonché una medaglia d'oro all'Esposizione universale di Parigi del 1889, e quando ancora non era attratto dal Divisionismo , già affermava la sua personalità attraverso la ricerca sulla luce.
La nuova tecnica, di cui divenne convinto e tenace sostenitore, il divisionismo, rispondeva alla ricerca psicologica delle sue creazioni, anche le più giovani, in particolare per quei quadri ispirati alla vecchiaia, al tema delle ultime luci della vita che si spegne; queste opere così intense e meditative sono le più personali della sua produzione.
L’atmosfera, nell’opera di Morbelli, vibra imbevuta di luce, e lo stato d’animo traspare dalle pennellate, il tema della giovinezza e della vecchiaia resta sempre sottinteso nelle sue tele, in particolare nell’opera “Sogno e Realtà” esposta per la prima volta in occasione della biennale di Venezia del 1905.
Un’opera struggente e senza veli, drammatica e silenziosa, costituita da tre opere unite, un trittico, al centro è raffigurato un balcone a simboleggiare l’ignoto, dove persino la nebbia e il mare di ghiaccio appaiono una prospettiva migliore alla vecchiaia; questa parte centrale dell’opera rappresenta ideologicamente il sogno, nelle due parti laterali, Morbelli , invece,posiziona i due anziani protagonisti assopiti, essi rappresentano la realtà.
Nel quadro, realtà e sogno sono messi a confronto in maniera impietosa; il passato è raggiungibile solo in una dimensione onirica di sogno, l’unica dimensione capace di ricongiungere i due amati e in tutta la tela l’unico elemento di continuità è l’arabesca composizione ove la ringhiera si fa motivo di congiunzione tra le due dimensioni, sogno e realtà; questo Il trittico chiude il cerchio della vita, il ritorno alla giovinezza sognata.
Il tema del ricordo è sempre presente nel pittore; per Morbelli, non vi è scampo alla malinconia , alla tristezza che genere in sé per sé il ricordo, proprio questa attenzione, anche alle problematiche sociali, accompagnano uno stile pittorico che rende la scena onirica e sospesa, dove tutta l’anima artistica trova respiro e senso.
Oggi, la dimora estiva di Angelo Morbelli, a Colma, presso Rosignano Monferrato è una casa Museo, custodita dagli eredi del pittore, aperta ai visitatori in alcune occasioni speciali, al fine di celebrarne il ricordo.
“Gli uomini in stato di veglia hanno un solo mondo che è loro comune. Nel sonno, ognuno ritorna a un suo proprio mondo particolare.” Eraclito.
Vi aspetto a giovedì prossimo con una nuova emozione di Dreaming of Art .