Benvenuti miei carissimi lettori e lettrici di Dreaming of Art,
negli ultimi giorni si è parlato moltissimo dell’ istallazione artistica sul lago d’Iseo, ora che le acque si sono calmate è un piacere poterne parlare con voi.
Partiamo dall’inizio ;dovete sapere che “The floating piers” è opera di Christo , artista di origine bulgara, la sua istallazione ha portato sul lago migliaia di visitatori, si tratta di un’opera sicuramente rivolta al grande pubblico.
Le “opere” di Christo, che un tempo lavorava insieme alla moglie Jeanne-Claude , scomparsa nel 2009, hanno, da sempre, stupito, appassionato e a volte infastidito il mondo intero, generando appassionati dibattiti artistici.
“The floating piers” era nella testa di Christo da anni, dal 1970, egli aveva tentato di realizzare questo progetto a Bueno Aires sul delta del Rio de la Plata, progettando 200 metri di passerella, ma non aveva ottenuto i permessi.
Nel 1995, l’idea si era spostata in oriente, con la proposta di creare due pontili galleggianti lunghi 150 metri e ricoperti di tessuto, che portassero in due isole artificiali nella baia di Tokyo, e che continuassero poi nel parco di Tokio Bay ma, anche in questo caso, dopo disegni e bozzetti, mancò l’autorizzazione al progetto.
Nel 2015 “ trova la sua casa in Italia, dove Christo con la sua arte era già conosciuto ; aveva già realizzato opere a Spoleto nel 1968, a Milano nel 1970 e a Roma nel 1974.
A ottanta anni ritorna nel nostro paese , dopo ben 40 anni, dove ha voluto realizzare un progetto “semplice” rispetto ai tanti realizzati nel mondo , come per esempio “The Gates” nel 2005 disegnato per Central Park .
Certamente è l’acqua la materia prima con cui l’artista si esprime generando emozione nel visitatore; in “The floating piers” l ’atto di camminare è fondamentale per comprendere l’opera.
L’equilibrio cambia, ci si trova a fluttuare e percepire lo spostamento dell’acqua, il moto ondoso, quasi come camminare su un letto ad acqua.
È un progetto intimo, da vivere e sperimentare fisicamente ed emotivamente.
Due chilometri di passerella sulla terraferma e altri tre su un pontile galleggiante coperto da 90mila metri quadrati di tela poliammidica color giallo intenso, un’opera costosissima di circa 10 milioni di euro ,finanziati attraverso la vendita di disegni e bozzetti preliminari dell’artista.
Ma vi siete chiesti come ha scelto il colore della passerella ?
Da artista, avrei immediatamente dedotto per combinazione di complementarietà, visto che il giallo, arancio è complementare al blu azzurro dell’acqua, ma Christo è addirittura andato, con la sua squadra, in un piccolo lago privato a nord della Germania, dove ha fabbricato una preliminare passerella larga 16 metri e lunga 20 e deciso , così, lo spessore del tessuto che avrebbe usato e in che modo il tessuto dovesse lambire l’acqua e, il colore giallo, nello specifico giallo dalia intenso.
Tecnicamente “The floating Piers” è un pontile costituito da 200mila parallelepipedi in polipropilene a sezione cava di 50x50x40 centimetri accostati e collegati tra loro a formare moduli di 100 metri di lunghezza per 16 di larghezza.
Si tratta di un’opera provvisoria, ed è senza dubbio questa la caratteristica più interessante, un vero pontile, adagiato sulle acqua del lago, che unirà per soli 16 giorni e per la prima volta nella sua storia, la sponda bresciana del lago d' Iseo a Montisola.
Questa installazione, accessibile e pensata per il grande pubblico permetterà a chiunque volesse, di essere attraversata e percorsa a piedi 24 ore su 24, in maniera gratuita.
Alla fine dell' evento l' istallazione verrà rimossa e tutto ritornerà alla normalità, restando nel ricordo comune di chi ha vissuto in prima persona questa nuova esperienza.
Ora, dopo aver cercato di raccontarvi che cos’ è quest’opera, il mio pensiero artistico mostra qualche dubbio, personalmente non sono stata sulla passerella, non amo camminare sulla acque, ne avrei paura, ma amo l’Arte e cerco di apprezzarla in ogni sua forma, anche in quella più disarmante.
Personalmente, ritengo che sia di grande emozione ed indubbia sensazione, poter passeggiare sul manto acquoso, completamente immersi nella natura, persi in mezzo all’acqua e a pochi millimetri da essa, la nostra fonte primaria di vita, affascinante deve essere il panorama così pensato ed unito, in uno spazio creativo somma di sagace architettura e pensiero artistico.
Certo è che all’uomo non è dato di volare e respirare sott’acqua, quest’opera nella sua temporalità e scadenza, regala all’uomo un contatto vero con un elemento che non gli è totalmente accessibile.
Indubbia è l’emozione collettiva che scaturisce dall’energia delle tante persone che, insieme, hanno attraversato lo spazio creato da Christo.
Questo tipo di arte, a parer mio, si colloca sul piano di una sperimentazione collettiva, quasi psicologia, sicuramente emotiva, più vicina di quanto si pensi all’arte della Abramovic.
Ma la domanda si genera spontanea agli occhi di un acuto osservatore, pur non volendo intaccare il pensiero artistico di Christo, perfettamente leggibile, ma questa è Arte ?
A mio parere credo sia uno splendido progetto architettonico che trova compimento nell’arte attraverso l’uso della materia, lo studio tattile ed il colore, ma, oggi, sempre più con facilità definiamo arte qualsiasi novità o idea creativa.
Certo è che l’artista deve essere mutevole, capace di interpretare tempi e volontà superando limiti estremi , ma resta il fatto che non riesco a leggere completamente l’opera di Christo come una vera opera d’arte.
Sarà un mio limite ?
Possibile.
Camminare sulle acque è qualcosa che non ci appartiene, è divino e così mi piace che resti, mentre, da esseri umani, cerchiamo di arrivare al sole, cercando di avvicinarci a ciò che non ci compete.
Siamo esseri finiti, spesso incapaci di avvicinarci alla Natura apprezzando i nostri limiti e sacro e profano si confondono, in questa traiettoria contemporanea, generando “confusione”.
Ebbene nell’Arte contemporanea c’è grande confusione, in questa prospettiva tutto è ARTE !
La confusione è il risultato di falsi e sbagliati messaggi; è generalizzata, estesa al popolo che non è preparato alla materia Arte .
Christo ha realizzato un’opera frutto di grande ingegno architettonico, come tante e sublimi ne esistono al mondo, forse ben più degne di nota, il problema non è l’opera, l’idea o l’artista che ammiro ma, il messaggio errato, che si trasferisce al pubblico.
Un pubblico di “capre”, permettendomi di usare il un termine usato da Vittorio Sgarbi, che non sanno neppure cosa stanno guardando, un’opera d’arte o uno “strumento mediatico”, ben costruito, che ha prodotto business su larga scala.
Ma le capre, si sa, seguono la scia ed ignorando il viaggio.
Vi aspetto alla prossima nuova emozione di Dreaming of Art .