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La Vedova D'Amore

Amare, Ricordare, Sperare.

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Benvenuti miei carissimi lettori di Dreaming of Art,

questa settimana vi parlerò di un nuovo libro, di un nuovo autore, Simone di Matteo  e il suo “La vedova d’Amore”.

Forse alcuni di voi ricorderanno il nome di Simone, per partecipazione alla trasmissione Pechino Express del 2016, come compagno di viaggio dell’esuberante Tina Cipollari ma, credetemi, se vi dico che Simone Di Matteo è davvero un mondo da scoprire.

La sua passione letteraria è travolgente e quando mi scontro - incontro con il suo libro è amore a prima riga.

Simone di Matteo nasce nel 1984, il suo carattere indipendente dal “controllo” dell’editoria si manifesta nel 2010 quando fonda la Casa Editrice Diamond, il suo percorso si fa man mano sempre più solido e la sua scrittura dai precisi riferimenti classici sempre più visionaria e fiabesca.

La sua “La vedova d’Amore” è una novella nera, una breve storia  che si delinea sulle sponde del lago del giardino di Ninfa, a Sermoneta, dove a Matteo appare il fantasma di Rosabella, uno spettro ossessionato e tormentato dal suo destino.

L’Amore è la chiave di lettura della sua opera, in ogni senso, l’emozione e la passione, sovrani indiscussi di una tragedia che richiama alla memoria il dramma di William Shakespeare, dove l’amore travolgente spinge verso lidi oscuri e morte certa.

Che per Simone di Matteo l’amore sia un groviglio emotivo che porta in seno odio ed amore è chiaro, anche se tutto nella sua scrittura muove alla ricerca di un senso fantastico ed onirico.

Rosabella è l’interprete della sventura d’amore, vittima e carnefice del suo stesso sentimento che la rende cieca e insensibile a qualsiasi senso di colpa, si macchia dei sette peccati capitali: superbia, invidia, accidia, lussuria, avarizia, gola, ira, in nome e per il  nome del suo amore.

L’Amore di Rosabella è un amore distruttivo e non creativo ma, tutto il racconto, è pervaso dalla dolcezza dell’immaginario, perché la donna, fantasma, appare all’autore  come a Dante appaiono Paolo e Francesca, in un’atmosfera densa di attesa e umana compassione nei riguardi di  un destino crudele.

Lo scrittore diventa un veicolo del messaggio tragico della giovane vedova e fantasma, egli attirato verso un mondo ipoteticamente reale e parallelo, che si svela solo ai suoi occhi  di spettatore sensibile con tutta la sua forza, si trova calato in un contesto paradisiaco, un Eden,   nella cui silenziosa bellezza  tutto sa parlare all’anima di un letterato.

Per Simone di Matteo, l’importanza del ricordo è, insieme all’Amore, un altro punto focale da cui partire per comprendere la sua scrittura, “dimenticare è il peccato più grave”, questo uno dei grandi e radicati insegnamenti emotivi dell’infanzia, in questa storia  trasmette la necessità umana del ricordo, perché nel passato, nelle radici, recuperiamo la  nostra vera storia e costruiamo le nuove emozioni.

La sua novella è un contenitore di insegnamenti, come una fiaba deve avere, egli un maestro educato e sensibile, sognante, malinconico che, come un moderno menestrello, riporta il canto addolorato di una giovane “impreparata” all’Amore, ci indica come è necessario saper guardare alla vita con un sorriso o a fare dell’Essenza e non dell’apparenza la propria ragione.

L’emozione pilota tutto il testo, la sua scrittura dalla prima all’ultima riga è “emozionale” ed impossibile non innamorarsi di un testo così  pervaso di Amore.

Lui stesso scrive evocando tale sentimento: “L’amore incondizionato. L’Amore che bastava all’Amore e l’Amore soltanto”.

Alla mia prima pagina della mia copia rileggo la sua dedica :“Grazie per avere incontrato la magia di queste pagine”,  una frase che contiene la magia che vi è graficamente disegnata; alla fine della mia lettura mi trovo  a riflettere sui molteplici aspetti della vita e dell’amore, sulla forza di un amore distruttivo, ma pure sul suo potere di rinnovare e cancellare le colpe.

Sappiamo però, noi profani lettori, in coscienza, che il tempo a differenza dell’Amore  non cancella nulla, lascia tracce, cicatrici che impari ad attraversare con il sorriso, ad accettare come parte della tua storia e del tuo “ricordo”; l’Amore è qualcosa che ci immaginiamo ma, che in realtà, non conosciamo appieno, lo sperimentiamo e, attraverso la sperimentazione, ci avviciniamo ad una sua possibile e più piena   comprensione di esso.

L’Amore è una scelta ed anche una prospettiva diversa, ma mai realmente distruttiva; dove esiste distruzione non esiste Vero Amore, “La vedova d’Amore” è la donna /emblema scelta per contemplare ciò a cui “un amore malato può portare”, follia e morte.  

Simone Di Matteo affronta tutti questi dubbi, in poche pagine, appannate di romanticismo, magia e stupore, il lettore con lui attraversa e sperimenta ciò che non riesce a vedere con gli occhi ma solo con il cuore.

L’Amore Vero che egli disegna è la Speranza, quella che sua la nonna gli sapeva raccontare, quella che a lui è rimasto il compito arduo di ricercare tra tutte le cose, tra mondi reali e immaginari.

Alla prossima emozione di Dreaming of Art.

 

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