Benvenuti amici del web e ben ritrovati
l'articolo di oggi, ho chiesto proprio alla persona in questione di scrivere e di raccontarsi e volutamente ho lasciato lo scritto in originale perche' da questo vorrei che tante persone che criticano.... imparassero a conoscere l'altra faccia dell'emigrato in Italia.
Mi chiamo Lavinia, ho 44 anni, sono romena e da 4 anni sono residente in Italia. svolgo un lavoro di badante e dal 2012 al 2014 ho fatto il rappresentante sindacale per la categoria dei lavoratori domestici.
Vi racconto un pò la mia storia di emigrante.
Sono un' infermiera professionale, sposata con una figlia di 21 anni che studia medicina al terzo anno in Romania.
Perchè ho deciso di emigrare in Italia? Praticamente avevo tutto in Romania: una famiglia, una casa , un lavoro.
Facevo l' infermiera professionele in un piccolo pronto soccorso, avevo un'esperienza da più di vent'anni in vari reparti, avevo un contratto a tempo indeterminato ma con un compenso molto inferiore a quello che c'è in Italia. Tante soddisfazioni professionali, ero da poco laureata in scienze infermieristiche .
Con questo lavoro avevo creato una cerchia di amicizie e conoscenze, avevo la mia vita, una bella vita.
A Verona, abita mia cugina, cittadina italiana , mi ha proposto di venire, offrendomi vitto e alloggio per quanto serviva per avere il diritto di lavorare come infermiere e ho deciso che potevo prendere un aspettativa di 2 anni dal lavoro e venire a lavorare qui. In questo modo mi potevo permettere di pagare la spesa che serviva a mia figlia per superare l'esame di ammissione all'Università .
Per me i soldi spesi per l' istruzione dei figli è un ottimo investimento.
Ho preso tutto proprio come una scommessa con la vita.
Sono venuta qui in Italia e subito mi sono misurata con certi burocrati. La pratica di riconoscimento professionale l'ho avuta con un ritardo di più di un' anno e dopo aver fatto un tirocinio di adattamento.
Cosi, nel frattempo, ho dovuto trovare un lavoro.
Ho cominciato con qualche ora di assistenza per una signora anziana ammalata. Iniziando il tirocinio all'ospedale ho dovuto rinunciare a quelle ore e per fortuna ho trovato un'altro lavoro che mi permetteva di fare,la mattina il tirocinio, 7 ore al giorno, come un turno d'infermiere e poi, assistivo una persona fermandomi fino alla mattina seguente quando andavo ancora all'ospedale.
E ho fatto cosi, avanti-indietro per un periodo . E' stata una bella esperienza, accumulando conoscenze, mi sono impegnata per imparare la lingua italiana. Ero soddisfatta del fatto che mia figlia aveva capito il perchè mi ero allontanata da lei.
Con l'aggravarsi della crisi economica i posti per gli infermieri diminuivano e gli aspiranti aumentavano. Sono così andata avanti come badante prendendo il lato positivo delle cose, trovando soddisfazioni anche in questo lavoro e cercando di farlo nel modo migliore, sapendo che aveva cambiato la mia vita in modo radicale, ma facendolo come mi fossi occupata di un familiare che aveva bisogno di me, del mio accudimento e delle mia preparazione per vivere una vita migliore."
Veridiana Meleleo l'ho conosciuta mentre stava promuovendo la sua attività in un gruppo su facebook e ho voluto sapere di più di quello che fa.
Proprio da una cosa semplice, il bisogno di tempo, lei ha messo mattone dopo mattone realizzando un castello contro tutti gli ostacoli di questi tempi!
Chi non ha bisogno di tempo, chi non vuole che il giorno fosse almeno di 48 ore per realizzare tutto quello che vuol fare in quel giorno???
Molto determinata, ha trovato nel quotidiano un opportunità : vuoi fare un sacco di cose e non riesci perché il tempo non te lo permette?...Allora ti do una mano, non posso darti tempo ma posso fare tutto l'altro!!! E cosi il tempo può essere sconfitto!!!
Mi è piaciuta molto l'idea e riconosco che ho pensato: potrei participare anche io a questo, basta tirare fuori le armi nascoste dentro di noi e tutto in questa vita è possibile, bisogna solo volere!!!
A presto,
Lavinia
E con questo vi saluto dandovi appuntamento al prossimo Articolo – Forza Tempo
Veridiana Meleleo