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Teenage Mutant Ninja Turtles

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Sono riuscite a diventare disturbo politico a causa della loro locandina che le ritrae cadenti da un grattacielo di New York in esplosione.

Sono icone pop degli anni 80’ e rivivono con qualche ritocchino iperrealista.

Come molti ritorni sul grande schermo di questi anni, anche quello delle Tartarughe Ninja non poteva mancare, almeno per le produzioni hollywoodiane.

Cercando di arginare le emozioni nostalgiche che fanno rivivere il brivido di un’infanzia mitologica, è inevitabile accorgersi che i quattro ragazzi verdi sono davvero passati di moda, che il film è piatto, grasso e che siamo invecchiati ( mamma mia!).

Un film dall’entusiasmo ingannevole, a pensarci bene, nel quale è evidente come il troppo stroppia ed il linguaggio filmico di questo periodo storico sia davvero povero.

Siamo pingui di eccessi.

Il tempo del cinema ad “effetto” è finito da anni.

Siamo gonfi di esplosioni, superuomini, emozioni di tutti i generi, così come un regista è zeppo di posizioni della camera tanto da essere buone per un Kamasutra alternativo.

Persino qualche utente su Youtube lo dimostra ampiamente esaminando il linguaggio tecnico.

Tornare ad esprimere qualcosa di forte con la minor enfasi possibile sarebbe il vero restyling.

I fumetti ed i cartoni animati delle tartarughe fra un “Kawabonga” e una pizza erano questo.

Poteva essere ancora così, anche con uno Splinter cinese ed un fichissimo, non-più-idiota, Shredder  Mecha, ma tutto si ricopre dell’adipe delle regole standard del cinema odierno.

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