Amici lettori, in questo articolo l'argomento è antisettico.
“Gomorra non fa bene all’Italia” sosteneva un “simpatico” Fabio Cannavaro nel Gennaio 2009, con l’accusa che il film avrebbe rovinato l’immagine dello Stivale e degli italiani troppo spesso definiti fantozzianamente all’estero: “Mafia, spaghetti, mandolino, baffi neri”.
Non da meno, l’era morattiana del Comune milanese fu contraddistinta dal controllo precedente all’uscita in sala, di tutti i film in concorso al Festival di Cannes, per censurare l’eventuale scomodità di qualcuno di questi.
Sessant’anni fa, l’indiretto maestro degli iconoclasti fuori tempo, Giulio Andreotti, invocava l’oscuramento del cinema neorealista italiano.
Oggi, quasi a sentirne la mancanza, si accoda Angelino Alfano con toni più chic, vietando l’uso delle armi di scena in tutto il settore video italiano.
Serie tv e film con armi si sono fermati con il rischio di ingenti perdite o trasferimenti all’estero qualora la questione dovesse rimanere irrisolta. Il pistolero del Ministero degli Interni ha segnato un grande gol. La violenza è effettivamente troppa e giustamente va spazzata via. Dopo il calcio truccato, il razzismo, i preti pedofili, i signori dell’Expo, i complottisti, i maschi e Berlusconi, gli spazzini sentono di pulire il cinema italiano. Ancora. Meglio le immagini dei telegiornali, delle tette e dei culi nei varietà, delle umiliazioni di X-Factor o Master Chef.
Ci sono solo cose buone da vedere, per imparare e crescere. Sono permesse le immagini intollerabili e strazianti solo quando si intende colpire il pubblico, purché non siano troppe.
Mai come in passato, questo Paese è stato ossessionato dall’igiene.
Gli italiani hanno sostituito il sapone al confessionale, ne hanno fatto una religione atta ad acquisire un’immagine totemica onnipresente alla quale devono a tutti i costi appartenere. La nostra concentrazione sull’igiene e sulla bellezza ci garantisce ciò che i cosmetici garantiscono alla ragazza seducente e ciò che i pesi procurano all’atleta e l’auto-disciplina al dirigente. Il bagno caldo pieno di schiuma e sali profumati è stato elevato a barlume di speranza che tutti noi dobbiamo seguire per uscire dalla crisi ed essere migliori agli occhi degli altri.
Che equivale a essere come gli altri o come la camicia bianca di Alfano. Ammesso che sia realmente bianca.