Provare, percepire qualcosa; avvertire una sensazione; udire; a volte anche: venire a sapere di qualcosa o avere sapore o odore di qualcosa. Sentire è sicuramente un verbo complesso, di pluri significati e situazioni sensoriali di rara sensibilità negli individui.
Chi sa questo può lavorare ad un film straordinario quale è La Famiglia Bélier. Rappresentare un nucleo famigliare composto da tre membri sordi e una figlia sensibile con la vocazione per il canto, non è da tutti.
Credo sia necessaria una dose di empatia e comprensione che pochi si sognano. Bisogna trascendere la concezione di tatto e sapere molto bene che anche il silenzio ha un ritmo.
Nella scena clou del film, la protagonista si esibisce in pubblico per la prima volta e al procedere della canzone il suono ci viene sottratto. Per tutta la durata dell’azione siamo degli spettatori completamente sordi in armonia con i membri della famiglia che l’assistono ma non possono emozionarsi e gioire della voce.
Eric Lartigau, regista, e Stanislas Carre de Malberg, sceneggiatore, ci toccano il cuore facendoci vivere un’emozione distante dall’ego e di natura insolita.
Dopo questo momento, diventiamo consapevoli e gli altri momenti toccanti si amplificano e si stendono. La Famiglia Bélier è un film che fa stare bene perché ci apre i sensi e ci colpisce come pochi film oggi, sanno fare.