Mi sono convinto che allo spettatore contemporaneo piaccia farsi prendere per il culo. Scusate il francesismo ma è necessario essere chiari. Quando una persona decide di andare al cinema, decide di abbandonarsi a un’esperienza. Di base si tratta di una fantasia che alla pari di un gioco deve avere determinate regole per funzionare e creare il compromesso che ci coinvolge. A questo punto, ciò che guardiamo può avere senso e allo stesso tempo può anche “non averlo”, ma tutto deve essere credibile.
Benché un sogno sia completamente strambo è sempre e comunque credibile. Può sfuggirci il significato ma non il senso complessivo. Se la credibilità manca allora si tratta di presa in giro nel cinema e non fissazione nell’onirico, in sostanza il sogno non ce lo ricordiamo. Una ha un costo, l’altra no. Motivo per il quale lo spettatore dovrebbe stizzirsi di più.
Avengers: Age of Ultron, sequel di Avengers, capitolo che riunisce gli eroi più potenti dell’universo Marvel e secondo volume di una quadrilogia, si schiera nei film non credibili e a basso tasso intellettivo.
Recuperato lo scettro di Loki, i nostri eroi tornano all’azione allor quando l’uomo di latta del gruppo, Iron Man, decide di creare sfruttando le tecnologie naziste dell’Hydra, una mega intelligenza artificiale atta a proteggere il mondo in loro vece. Il cyborg Ultron appunto, si ribella e decide di distruggere l’umanità. A cazzotti.
Si avete letto bene. Cioè, una mente artificiale superiore a quella umana decide di sterminare l’umanità e sconfiggere la sua nemesi che ha tanto di superpoteri e mezzi, a suon di pugni. Vi sembra credibile?
Non funziona al primo punto, figuriamoci gli altri che non citerò.
Age of Ultron, non è l’unica pellicola a non essere credibile naturalmente. In questi anni abbiamo visto, per fare alcuni esempi: Pacific Rim, Il Cavaliere Oscuro il Ritorno, Matrix Reloaded e Revolution, Frozen, il regno di ghiaccio, Prometheus ecc…
Le cause di questa incredibilità stupida sono le più disparate, ma quelle che ritengo siano fondamentali sono tre. La scrittura della sceneggiatura come concetto inteso dagli angloamericani, il target, la produzione. Apparentemente distanti, questi tre fattori hanno un unico filo conduttore quale è la struttura.
Per gli angloamericani, la scrittura è qualcosa di molto standard e il concetto principale deve essere detto subito nelle prime righe, poi ribadito qua e là nei paragrafetti e riassunto nel finale. Se guardiamo Avengers: Age of Ultron capiamo subito che nei primi 20 minuti viene detto tutto. Dopo questi, il film è pura diluizione e ridondanza.
Il target è il manipolatore hollywoodiano per eccellenza. Interi film sono stati cambiati per via del target: Iron Man 3, Frozen, il regno di ghiaccio ecc.. La Disney sa che la maggior forza per ottenere maggior incasso sono i figli, perché solo loro portano la famiglia, in tutti i suoi significati e accezioni, al cinema. Una famiglia americana tipo ha quattro membri, una famiglia composta da amici ne ha almeno sei. “Ragioniere so’ soldi!”.
La produzione conscia di questo e volonterosa di far girare milioni fa chiaramente il resto. Spesso limitando il lavoro del regista, nel caso americano, spesso mancando di rispetto allo spettatore e chi lavora nel film.
“Per fare buoni film ci vuole un buon pubblico” diceva il padre del cinema americano e sono convinto che oggi sia ancora così. Non so, cosa possa riportare il rispetto, ma penso che il cinema “indipendente” o di certi registi rappresenti una realtà da cui ripartire nel medio periodo.
Ciò che mi convince fino in fondo invece, è il distacco, l’essere meno emotivi perché è lì, in quei primi venti minuti che veniamo catturati e portati a finire tutto, è lì che ci facciamo intortare da un paio di impulsi emotivi funzionali al tanto contestato marketing.