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Ustica

Una nuova agghiacciante verita'

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E' la sera del venerdi' 27 giugno 1980. L'aereo di linea Douglas DC 9 della compagnia aerea italiana Itavia, decollato dall'aeroporto di Bologna e diretto all'aeroporto di Palermo, si squarcia improvvisamente in volo e cade nel tratto di mare compreso tra l'isola di Ustica e quella di Ponza. Nel disastro perdono la vita tutte le 81 persone tra membri dell'equipaggio e passeggeri.

Molti degli aspetti e delle cause della sciagura sembrano ancora avvolti nel mistero. Tre le ipotesi fatte in tutti questi anni e mai provate: 1. un coinvolgimento a livello internazionale di Francia, Libia e Stati Uniti, per un missile francese destinato ad abbattere l'aereo su cui si sarebbe trovato il dittatore libico Gheddafi; 2. un cedimento strutturale del velivolo; 3 un attentato terroristico con una bomba esplosa nella toilette dell'aereo.

Anni di processi penali hanno portato alla sentenza n. 1871 depositata il 28 gennaio 2013 dalla Terza sezione civile della Suprema Corte, che indica come causa del disastro l'impatto dell'aereo con un missile, e condanna lo Stato Italiano a risarcire i familiari delle vittime per non aver eseguito controlli radar sufficienti.[

Il film del regista Renzo Martinelli, autore della sceneggiatura e sensibile a scottanti tematiche socio-politiche, come testimoniano i suoi film precedenti, da "Porzus" (1997), sull'eccidio di Porzus in Slovenia, a "Vajont (2001), sul disastro della diga, torna adesso a confrontarsi con un nuovo evento tragico. Il regista ha lavorato tre anni con la consulenza tecnica di due ingegneri aeronautici, ha studiato le perizie e le testimonianze che si sono accumulate in questi trent'anni. Conclusione: una nuova, terribile verità, che il film supporta con materiale documentale.

Ustica ha diviso la critica: apprezzabile e coraggioso tentativo di fornire una nuova attendibile ipotesi sul disastro aereo, un bel giallo con bravi attori, occasione persa nonostante lo sforzo del regista, l'opposto della verita' che vorrebbe invece svelare, ipertrofico ed enfatico. Comunque sia, un'occasione per non dimenticare e riflettere su uno dei molti fatti della storia italiana contemporanea che non sono ancora usciti da quella zona d'ombra che, come un filo rosso, percorre la vita politica, sociale ed economica del nostro Paese.

 

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