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El abrazo de la serpiente

Un viaggio nei ricordi

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El abrazo de la serpiente

Un viaggio nei ricordi

Diretto dal giovane e bravo regista colombiano Ciro Guerra, El abrazo de la serpiente, candidato all'Oscar 2016 come miglior film, girato in uno splendido bianco e nero dal forte impatto visivo, racconta un ecosistema minacciato di estinzione. Lo sciamano Karakamate, magistralmente interpretato da Antonio Bolivar, conduce una esistenza solitaria dopo che il suo popolo è stato sterminato dai bianchi. Ma un giorno il destino bussa alla sua porta: la guida indigena Manduca lo prega di usare le sue arti mediche per salvare un ricercatore affetto da una grave malattia. In un primo momento rifiuta ma alla fine accetta di aiutarlo. Accompagnerà il ricercatore e la guida alla ricerca di una rara pianta medicinale, la yakruna, che potrà salvare la vita dell'uomo. Il viaggio diventa anche l'occasione per Karakmate di tentare di ritrovare qualche sopravvissuto del suo popolo. Passano gli anni e alcuni decenni dopo Karakamate, ormai anziano, riceve la visita di uno scienziato, un etnobotanico che cerca la medesima pianta. Per lo sciamano sarà l'inizio di un viaggio sul filo della memoria. Ottima la regia e la sceneggiatura, intensi e convincenti gli attori, stupenda la fotografia, in un film che sa affrontare temi profondi con intelligenza e senza retorica. L'occasione per riflettere sulla violenza dell'uomo bianco nei confronti di tutti quei popoli portatori di una cultura e di una concezione del mondo diversa da quella del mondo occidentale, dominato dall'istinto predatore e colonizzatore. Una tragedia di proporzioni colossali, un genocidio che resta una ferita aperta nel corpo dell'umanità e della natura. Da giovedì 4 agosto nelle sale. Da vedere.

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