Il mentalismo, l’arte di stupire con la mente, sta ottenendo in questi ultimi anni una popolarità sempre crescente, destando interesse e curiosità. Grazie a programmi televisivi di successo e alla professionalità di artisti del calibro di Derren Brown e, in Italia, Francesco Tesei, solo per citarne alcuni, il grande pubblico ha imparato a conoscere e ad apprezzare questa originale forma di intrattenimento. A mio avviso, l’ingrediente segreto che dona al mentalismo tutta la sua potenza evocativa, risiede nel coinvolgimento attivo degli spettatori, che contribuiscono da protagonisti a scrivere la sceneggiatura dello spettacolo cui assistono, liberandosi così dalla loro condizione di osservatori passivi. Utilizzando tecniche specifiche e abilità speciali, senza bisogno di artifici scenici o di trucchi meccanici ma soltanto attraverso il rapporto diretto col pubblico, il mentalista dimostra, per esempio, di poter leggere il pensiero degli spettatori o prevedere eventi di cui nessuno era a conoscenza prima che si verificassero. Ecco la grande potenza di suggestione del mentalismo: poter stabilire un contatto empatico ed emotivo con le persone che assistono alle nostre esibizioni e vogliono, per la breve durata di uno show, abbandonarsi al piacere dell'incredibile senza dover chiedere o ricevere per forza una spiegazione. Se ci pensiamo bene, non possiamo negare come oggi il progresso tecnologico ci permetta di realizzare cose che soltanto venti o trent’anni fa erano considerate magia o fantascienza. Non ci si stupisce più di nulla perché tutto è possibile, razionalmente accettato, scientificamente spiegabile o risolvibile attraverso un'equazione, una formula, un algoritmo. In un mondo digitale e tecnologicamente avanzato come il nostro, gli esseri umani sono rimasti, però, sostanzialmente gli stessi di sempre. Secondo me, il vero detonatore che in questi anni ha fatto letteralmente esplodere il fenomeno del mentalismo è il fatto che le persone hanno bisogno di tornare a stupirsi e meravigliarsi, magari anche soltanto attraverso l'illusione che esista qualcosa che trascenda la logica e la razionalità. Visto in quest’ottica, il mentalista è quindi soprattutto un catalizzatore di emozioni, colui che prova ad innescare il desiderio di meraviglia del proprio pubblico escogitando scenari immaginari costituiti da suggestioni sempre nuove che garantiscono sviluppi imprevedibili, spettacolari e mai ripetitivi. Un ulteriore valore aggiunto è rappresentato dal fatto che
il mentalismo è una delle forme di intrattenimento più interattive che io conosca.
Mentre da solo puoi cantare, suonare, scolpire, dipingere, danzare e (a volte) addirittura fare magia assaporando appieno la gioia della tua arte, un mentalista non avrebbe ragione di esistere senza un pubblico. Non puoi leggerti il pensiero da solo, sarebbe terribilmente noioso! Sicuramente gran parte del mentalismo moderno elabora e sviluppa i principi basilari della magia tradizionale, quella dei prestigiatori e degli illusionisti, con i loro classici giochi di prestigio. Tuttavia, il modo con cui si approccia l’uditorio è cambiato. Il pubblico è smaliziato, gli spettatori creduloni (se mai sono esistiti) hanno ceduto il posto a persone bene informate che vogliono divertirsi e non amano essere prese in giro. Ecco quindi che affermare di possedere poteri paranormali non va più di moda. Al giorno d’oggi sarà ben difficile sentire un mentalista dichiarare di essere stato rapito dagli alieni e di avere scoperto, una volta tornato fra i suoi simili, di poter governare strane e misteriose doti telepatiche o psicocinetiche. Oggi è la scienza a farla da padrone. Ecco quindi che ad un certo punto si è scatenata la corsa alla spiegazione scientifica quasi a tutti i costi. A buona parte degli intrattenitori psichici contemporanei non interessa percorrere la strada del soprannaturale e il paragnosta che occupava certi lunghi pomeriggi domenicali televisivi ha ora ceduto il passo al performer esperto di comunicazione e di programmazione neuro linguistica (o PNL) in grado di decifrare le minime sfumature del linguaggio non verbale e di “leggere” le persone come un libro aperto. A poco a poco, il guru/stregone si è trasformato in un brillante studioso che tende volentieri a spiegare i risultati del suo lavoro attraverso convincenti affermazioni pseudoscientifiche spesso inconfutabili e seriamente documentate da chissà quali autorevoli ricercatori. Oggi ormai siamo abituati a sentirci dire che nessuna nostra scelta è libera perché siamo tutti vittime del disegno perverso ordito da loschi esperti di marketing e di comunicazione subliminale che ci obbligano a fare ciò che essi vogliono senza che nemmeno ce ne accorgiamo; come se il mondo intero fosse popolato da burattini inconsapevoli, obbedienti agli ordini di potenti manipolatori che tramano alle nostre spalle per arricchirsi e prosperare. Che triste e desolante quadretto: come siamo prevedibili e facilmente suggestionabili! Io però la vedo diversamente. Una tesi del genere non fa che offendere in qualche modo il bene più prezioso che un artista possa vantare: il proprio pubblico. Non è vero che tutti agiscono scontatamente e pensano in maniera banale, così come non è vero che tutti siamo così facilmente influenzabili. Le persone sono invece fantasiose, imprevedibili e difficilmente catalogabili. La famosa frase del mentalista statunitense Joseph Dunninger rispecchia perfettamente il mio modo di interpretare l’intrattenimento mentalistico:
“Per coloro che credono, non è necessaria alcuna spiegazione; per coloro che non credono, nessuna spiegazione sarebbe sufficiente”.
Mi piace pensare di essere una sorta di prestigiatore della mente, un saltimbanco dell'immaginazione, un illusionista sensoriale. Per me, essere un mentalista significa stimolare la curiosità di chi è presente ai miei spettacoli, trasmettere la sensazione che ciò a cui si sta assistendo sia un evento unico, emotivamente prezioso, da custodire nel tempo. Il mio impegno è volto a suscitare le emozioni intime e private di chi partecipa ai miei show. Mi affascina poter creare l'illusione di entrare nella testa delle persone, di carpire i loro pensieri, influenzare le loro scelte, prevedere le loro azioni, ma tutto questo non è affatto facile! La vera sfida è farlo rendendolo semplice eppure spettacolare allo stesso tempo. Il mio obiettivo principale è quello di stupire divertendo. Sono fondamentalmente un intrattenitore e, come tale, che si tratti di paranormale, scienza, suggestione o semplice affabulazione, utilizzo tutti gli stratagemmi a mia disposizione per regalare un momento di sana distrazione, di mistero e di meraviglia a chi, con la sua presenza, impreziosisce le mie esibizioni.
Mazz Mariano
www.mazzmariano.it